Avezzano. Il cane fa i bisogni lungo Corso della Libertà ad Avezzano. Il proprietario è non vedente e raccoglie sempre quello che lascia il suo cane guida. Si chiama Libera. Tutte le volte che capita. Ma spesso, troppo spesso, soprattutto in città, un disabile, nonostante l’aiuto di un fedele quattro zampe sempre al suo fianco, incontra barriere insuperabili. Come quella di non trovare un cestino da utilizzare per lasciare il sacchetto con la cacca del proprio cane.
Poi arriva un’esercente a quanto pare poco sensibile non solo alla disabilità di un altro esser umano ma proprio alla situazione di per sé. Che esce, che grida, davanti a tutti, nel centro di Avezzano. Ha dell’incredibile il racconto di Antonio Del Fosco, celanese di circa cinquant’anni, che in genere sui giornali ci finisce per le gare di tiro con l’arco nazionali che vince. Portando avanti il nome della Marsica e dell’inclusione nello sport, in tutta Italia.
“Camminare in città con un cane guida non è mai facile”, racconta Del Fosco, che parla con una giornalista solo perché vuole diffondere messaggi che siano da monito a chi non solo non rispetta la disabilità ma che comunque ha anche cercato di umiliarlo, davanti a tanti altri cittadini. “Non lo è soprattutto quando si incontra una difficoltà che sembra piccola agli occhi di chi non ha disabilità ma che per una persona non vedente può diventare un ostacolo insormontabile”, confida.
“Mi muovo insieme al mio cane guida”, dice Del Fosco, “durante un normale ritorno a casa, mi sono trovato a dover affrontare una situazione apparentemente banale ma che ha suscitato una reazione fuori luogo da parte di una sconosciuta. Il mio cane ha infatti fatto i bisogni, e come da prassi, ho raccolto con attenzione, riponendo la bustina in attesa di poterla gettare in un cestino. Questo è un problema che tutti i non vedenti conoscono bene: trovare un punto dove gettarla”.
“Non avendo trovato un cestino lungo il tragitto”, va avanti, “ho lasciato la bustina in un angolo, fuori dalla portata di passanti, nella speranza che qualcuno la raccogliesse per me. Tuttavia, una giovane donna uscita da un’attività commerciale nelle vicinanze non ha apprezzato la situazione. Con tono irritato, mi ha rimproverato per non aver gettato la bustina nel secchio. Nonostante io abbia cercato di spiegare la mia difficoltà e il motivo per cui non fosse stato possibile gettarla immediatamente, quella giovane ha insistito, rinfacciandomi persino che il giorno prima aveva raccolto lei la bustina al posto mio. Il malinteso, evidentemente, è scaturito dalla mancanza di comprensione della mia condizione ma ciò che davvero stupisce è l’atteggiamento di poco rispetto e sensibilità da parte di quella ragazza. Come se non bastasse, ho cercato di risolvere il problema, cercando di rimuovere la bustina da terra. Ho cercato di capire chi fosse quella persona fino a quando mi hanno spiegato che si tratta di un’esercente che ha l’attività commerciale proprio su Corso della Libertà”.
“Questo episodio, purtroppo, non è un caso isolato”, Conclude l’atleta paralimpico, “ogni giorno, le persone con disabilità si trovano a dover affrontare ostacoli invisibili, come la mancanza di servizi accessibili e la comprensione limitata da parte di chi non vive la loro realtà. Questa storia ci ricorda quanto sia fondamentale la sensibilità nei confronti degli altri e l’importanza di capire le difficoltà altrui, soprattutto quando non sono visibili a occhio nudo”.
Prima di congedarsi dall’intervista Del Fosco sottolinea: “Sarebbe importante che la società si impegnasse a rendere più inclusiva la città per tutti, pensando anche alle esigenze quotidiane di chi ha una disabilità. La semplice disponibilità di cestini accessibili, per esempio, sarebbe una piccola grande cosa. Non mi faccio scoraggiare da questa persona, di certo girerò alla larga e frequenterò altre strade per evitare nuove incomprensioni. Ma vorrei offrire una riflessione importante: l’inclusione e la comprensione non sono facili ma devono essere parte della nostra vita quotidiana”.