Avezzano. Azienda egiziana impegnata nella coltivazione e distribuzione di prodotti agricoli nel Fucino consegna una grossa partita di ortaggi a una nota società italiana di distribuzione ma al momento della fatturazione la somma corrispettiva non era mai stata pagata a causa della fatturazione araba. Alla fine nonostante i problemi di compravendita internazionale e di legislazione, riesce a far valere le sue ragioni e ottiene 100mila euro.
L’azienda creditrice ha la sede legale e fiscale in Egitto. Nonostante i vari tentativi per recuperare la consistente somma di denaro, l’obiettivo non era mai stato raggiunto anche a causa delle difficoltà di traduzione linguistica e soprattutto del metodo di fatturazione differente.
La vicenda era finita così in tribunale, ma anche in questo caso, visto che si trattava di una questione internazionale ed extra Europea, non si era venuto a capo di nulla. Ora a risolvere la questione e a permettere all’azienda che lavora nel Fucino di farsi pagare la somma dovuta ci ha pensato il tribunale di Padova. La società di diritto egiziano che ha sede ad Alessandria d’Egitto ha infatti vinto la causa contro la nota catena di distribuzione davanti al giudice Irene Cecchetto, ottenendo il pagamento degli ortaggi coltivati dal Fucino.
Il processo ha inizio nel 2015 e vede contrapporsi da una parte la società di distribuzione che non voleva riconoscere alcune consegne di carciofi e dall’altra la società di Alessandria d’Egitto che a causa della contabilità in lingua araba non aveva armi legali per poter far riconoscere il proprio credito in un tribunale italiano.
Vista la lingua araba della fatturazione e il differente sistema fiscale oltre alla differente valuta dei pagamenti, l’azienda, difesa dall’avvocato Aldo Lucarelli, non riusciva a farsi pagare il debito non evaso.
Il tribunale di Padova con una sentenza emessa alcuni giorni fa dalla seconda sezione civile ha riconosciuto le forniture e pur basandosi su normativa fiscale egiziana ha condannato la società di distribuzione italiana al pagamento di circa 100mila euro per i prodotti ortofrutticoli consegnati.