Avezzano. “Pubbliche relazioni, rappresentanza e portavoce del presidente; cura dei rapporti con la Regione Abruzzo e con le istituzioni nazionali, regionali e locali e con le Università ed enti formativi pubblici”. Sono questi i settori di cui si occuperà Gianni Di Pangrazio, ex sindaco di Avezzano, che ha ottenuto un incarico dal neo presidente della Provincia Caruso. Uno dei primi atti dopo la sua elezione di qualche giorno fa che sta facendo tuonare la politica locale.
Di Pangrazio, già dirigente della Provincia, si occuperà anche di “definire la riassegnazione alla Provincia della titolarità della materia di Energia e di controllo sugli impianti termici e redazione di una proposta di gestione del servizio adeguata al contesto e connotata dai canoni di efficienza e di convenienza economica, nonché cura dei rapporti con la Regione Abruzzo al fine di definire la riassegnazione di eventuali altre funzioni alla Provincia”.
“Il presidente della Provincia Caruso revochi immediatamente l’incarico politico conferito all’ex sindaco Gianni Di Pangrazio o Forza Popolare prenderà le distanze da questa amministrazione, che non poteva iniziare in modo peggiore il suo mandato”.
Non usa giri di parole, Massimo Verrecchia, ispiratore della lista Forza Popolare e consigliere comunale di Avezzano: “Niente di personale contro Di Pangrazio – sottolinea Verrecchia – che ha pieno diritto a tornare a lavorare. Del resto si presentò come tecnico prestato alla politica ed è ora che la politica lo restituisca al suo lavoro, ma l’incarico che Caruso gli ha conferito è uno sconcertante premio politico che mortifica tutti coloro che hanno individuato Caruso come candidato alla presidenza e lo hanno sostenuto. La camicia che Caruso ha confezionato per Di Pangrazio, o viceversa, è un ruolo politico inopportuno quanto spropositato che va dalle funzioni di indirizzo e controllo attribuite dalla legge agli organi di governo dell’ente sino, addirittura, al ruolo di rappresentanza del presidente, di cui diventa diretto collaboratore, factotum e portavoce unico nei rapporti con la Regione, con le istituzioni nazionali, regionali, con le università e gli enti formativi pubblici. Appare in tutta evidenza che si tratta di deleghe politiche che avrebbero dovuto essere assegnate, semmai, ai consiglieri provinciali eletti, che questa stravagante norma ha ridimensionato e che invece andrebbero valorizzati perché rappresentano il territorio, come ha confermato il largo consenso che hanno ricevuto in queste elezioni”.