Una richiesta accorata arriva da un malato di Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica) che da circa 13 anni lotta contro una malattia così invalidante “che comporta già tanti problemi nel vivere quotidiano”, come ha specificato il paziente. “Non mi sembra corretto subire ulteriori limitazioni a causa di motivi burocratici”, spiega il 63enne di Borgoros, “al contrario l’assistenza per la mia malattia dovrebbe essere munita di tutti gli strumenti per combattere la prima causa di peggioramento, che è la depressione, quindi avere la possibilità di uscire e stare all’aria aperta, di vedere gente, di fare una vita per quanto possibile “normale”, strategie ormai riconosciute da tutta la medicina per migliorare la qualità della vita”.
“Se ancora c’è qualcuno che vuole confinare i malati dentro le loro abitazioni, allora non ha ben chiaro il concetto di assistenza. Mi appello a questa mancata autorizzazione”, continua, “in quanto gli anni precedenti l’ho sempre fatto, non mi è stata mai negata la possibilità di uscire. Anche una giornata di sole può ridare gioia e speranza ad una persona malata, perché non bisogna dimenticare che, oltre ad essere malato, io sono una persona, resto comunque un padre, un marito, un nonno, un amico”.
“Ho provato a esporre questo vitale disagio molte volte”, ha chiarito, “ma ho trovato solo muri, quindi chiedo aiuto a voi per risolvere questo problema e per restituirmi la libertà di cui ogni individuo ha il sacrosanto diritto di avere. Le invio in allegato la richiesta di autorizzazione non accettata dal Direttore Sanitario del Distretto 1 Rieti-Antrodoco-Sant’Elpidio”. La richiesta è stata respinta perché dal capitolato di gara, secondo la Asl Disrtetto 1 Rieti Antrodoco Sant’Elpidio, è prevista l’assistenza al disabile esclusivamente al domicilio o per accompagnamento in ambulanza.