Canistro. Con una lettera inviata al presidente Luciano D’Alfonso e al sottosegretario alla presidenza della giunta regionale, Mario Mazzocca, il sindaco di Canistro, Antonio Di Paolo, ha diffidato la Regione Abruzzo per i reiterati e gravi inadempimenti nella gestione dei ricavi per l’utilizzo delle acque minerali della fonte Sant’Antonio Sponga e della fonte Fiuggino.
La vertenza della concessione – dopo il clamoroso annullamento da parte del Tar dell’Aquila del bando che ha indetto la gara per lo sfruttamento della predetta concessione ubicata nel Comune di Canistro – si arricchisce, dunque, di un nuovo e inquietante capitolo.
Gli avvocati del Comune di Canistro, Salvatore Braghi e Renzo Lancia,che hanno rappresentato il Comune nell’impugnativa dinanzi al Tar abruzzese, contestano alla Regione gravi irregolarità nella gestione contabile dei proventi corrisposti alla Regione a titolo di canone annuo per lo sfruttamento delle acque minerali delle due sorgenti, in violazione della legge regionale del 10 gennaio 2012.
L’art. 15 comma 1 della predetta legge finanziaria del 2012, infatti, prevede che “A decorrere dal primo gennaio 2012, quota parte dei proventi ricavati dal canone di concessione, in misura pari al 10 per cento, iscritta nel capitolo di spesa, di nuova istituzione, 08.01.020 131010, denominato “Trasferimento ai Comuni del 10% dei proventi del canone di concessione per le acque minerali e termali”, è destinata all’amministrazione comunale nella quale è sita la concessione e viene annualmente ripartita tra i comuni interessati con specifico provvedimento della Giunta regionale”.
Orbene, ai sensi della modifica normativa, la Regione Abruzzo, con decorrenza 1° gennaio 2012, pur obbligata a riversare nelle casse del Comune di Canistro il 10 per cento dei proventi del canone di concessione, non ha mai corisposto nemmeno un Euro all’ente locale, trattenendo illegittimamente l’intera somma percepita dal concessionario.
Mentre si attende l’esito del ricorso pendente al Consiglio di Stato (presentato dai legali della Sorgente Santa Croce spa) – che verrà definito il 23 giugno p.v. sia con riferimento all’annullamento del bando sia alla revoca dell’aggiudicazione al concessionario – la Regione dovrà, dunque, rispondere di un altro illecito nella gestione della concessione.
I legali del Comune di Canistro, Salvatore Braghini e Renzo Lancia , nel sollecitare una risposta di chiarimento immediato da parte dell’ente regionale per l’ennesima violazione della legge ai danni del Comune, chiedono, altresì, alla Regione di accelerare i tempi di pubblicazione del nuovo bando e di definire in tempi brevi l’accordo di programma con Il Comune di Canistro al fine di recepire la clausola di salvaguardia dei posti funzionanti nell’azienda di imbottigliamento dell’acqua minerale nonché le indicazioni della sentenza del TAR dell’Aquila del gennaio scorso in ordine alle azioni previste dalla normativa vigente per la tutela ambientale.