Avezzano. La Marsica si ribella all’esclusione dai fondi europei che restano solo all’Aquila, ma ormai è troppo tardi. La delibera della giunta D’Alfonso sui finanziamenti a finalità regionale (ex art. 107, c.3, lett.c), che vede la Marsica fuori da ogni gioco, non può essere modificata e il territorio dovrà essere “risarcito” in qualche altro modo, non ancora chiaro. Questo è quanto emerso nel corso dell’incontro con sindaci, imprenditori e associazioni di categoria richiesto dal consigliere regionale Lorenzo Berardinetti, presidente della Commissione regionale lavoro. Tutti insieme hanno chiesto conto della decisione al vicepresidente della Regione, Giovanni Lolli, che si è assunto, insieme all’esecutivo, le responsabilità di una scelta così duramente criticata.
Dure le accuse dell’onorevole Filippo Piccone, sindaco di Celano. “Non mi piace fare un discorso di contrapposizione tra aree geografiche e politiche”, ha esordito, “ma è stata questa giunta che ha iniziato un discorso di divisione territoriale. Escludendo in questo modo la Marsica, territorio cresciuto più di tutti negli ultimi 20 anni, azzoppiamo da subito l’intera Regione. Far ripartire le aree dell’Aquila con una sfida sul piano industriale è una follia. Se non riusciamo a salvare quello che c’è”, ha spiegato, “allora il pericolo è grande. C’è un tessuto nella Marsica che si è salvato, e il segnale che ha dato la giunta D’Alfonso non è affatto rassicurante. Non ricominciate”, ha affermato rivolgendosi a Lolli, “a mettere in campo barricate territoriali. Se L’Aquila ha il più grande cantiere d’Italia”, ha chiesto Piccone, “perché non gli basta e ha bisogno di andare a rosicchiare qualcosa che poteva essere utile a tutto il territorio? Questa delibera ha tagliato le gambe agli imprenditori”, ha concluso Piccone, “anche dal punto di vista psicologico”.
Secondo Berardinetti, “questa delibera doveva essere un momento per confrontarsi, e sarebbe stato opportuno decidere insieme. Si spera che in futuro episodi del genere non accadano più”. Lolli, nel suo intervento, ha ricostruito il sistema della vecchia 87.3c, poi è arrivato all’attuale legge, la 107.3c, analizzandone i risvolti. Intervenendo sull’esclusione della Marsica dalla 107.3c, ha chiarito le motivazioni che hanno portato a tale decisione. “Abbiamo fatto la nostra scelta”, ha affermato, “e la decisione è stata quella di partire dall’Aquila che è l’unica che sta attraendo finanziamenti, inserendo anche il Sangro, dove c’è il più grande stabilimento d’Italia”. Alla fine è arrivato al punto: “non è vero che chi sta fuori”, riferendosi alla Marsica, “non accede ai fondi europei”. Ha però poi aggiunto: “certo, chi è dentro sta meglio”. Si è trattato, quindi, di una scelta politica. “Mi assumo la responsabilità che si è assunta tutta la giunta”, ha ammesso, “sapevo che nella Marsica ci sono imprese importanti e per questo abbiamo pensato a una funzione specifica”. “Siamo quasi contenti allora di essere fuori dalla 107.3c”, ha replicato Berardinetti sarcasticamente che ha chiesto maggiori garanzie per il futuro dei fondi riguardanti la Marsica.
Sulla questione, il Comune di Avezzano ha approvato in consiglio all’unanimità una risoluzione per chiedere la modifica della delibera.
Confindustria. Imprenditori e le associazioni di categoria hanno criticato duramente la scelta “autoritaria” adottata da D’Alfonso, Lolli e la gli altri assessori. Le associazioni di categoria sono state invitate a visionare i piani solo 15 giorni prima della presentazione.