Avezzano. Rubinetti istituzionali chiusi per il film “Storie sospese” del regista marsicano Stefano Chiantini. Nonostante la pellicola prodotta da Faso Film con Rai Cinema sia stata girata tra Villa Santa Maria e Avezzano non è riuscita ad aggiudicarsi i fondi europei girati sul territorio dalla Provincia dell’Aquila. “Ho girato Storie sospese in Abruzzo, interamente in Abruzzo”, ha commentato Chiantini, “più di sei settimane tra Villa Santa Maria, Sulmona e Avezzano. La produzione si era aggiudicata un bando che prevedeva un contributo economico, un bando perché in Abruzzo manca una film commission. Si gira il film, si spendono centinaia di migliaia di euro in Abruzzo, i politici provinciali e regionali vengono messi sui titoli di testa e coda del film, vengono – a spese della produzione – al festival di Venezia, alla prima del film. E poi viene il giorno in cui devono essere erogati i soldi, e cambiano le cose: non un euro viene assegnato, perché “le spese sostenute dalla società non risultano attinenti ad attività di promozione e valorizzazione del territorio abruzzese…”. In sostanza Chiantini nella sua pellicola costata un milione e 800mila euro doveva promuovere l’Abruzzo e ovviamente lo ha fatto ma i circa 200mila euro di fondi che dovevano arrivare alla fine nessuno li ha visti. Alla presentazione del film a Venezia hanno preso parte anche il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio De Crescentiis, e l’ex, Antonio Del Corvo, soddisfatti per il lavoro svolto. “Capite bene, un film non è per loro valorizzazione e promozione di un territorio”, ha continuato il regista marsicano, “i mediocri tecnici abruzzesi non capiscono neanche questo. Per finire, alcune spese non sono state effettuate nei tempi da loro stabiliti, esattamente le spese di distribuzione. Chiaramente la produzione aveva chiesto una deroga per presentare la documentazione, perché il film per forza di cose sarebbe dovuto uscire dopo il festival di Venezia. La deroga non è stata concessa, ma i politici e tecnici abruzzesi pretendevano lo stesso di avere spese di distribuzione precedenti al periodo di uscita. Tutto questo unito alla necessaria presenza a un importante festival, altra voce necessaria per accedere al finanziamento. Che altro dire? La mediocrità delle istituzioni della nostra regione è sotto gli occhi di chi la vive. L’incapacità, la presunzione, l’arroganza delle persone che ho dovuto incontrare durante questa esperienza non possono essere raccontate. Appuntamenti mancanti, ritardi, superficialità, cialtroneria. La colpa è mia, avevo già avuto esperienze simili: uno dei miei film, L’amore non basta, era stato girato a L’Aquila. Molte promesse erano state fatte e non mantenute. Ho portato di nuovo una produzione a girare in Abruzzo, di nuovo è accaduta la stessa cosa”.