L’Aquila. “Un anno di attesa, se non di più, per sottoporre il proprio figlio a una visita neuropsichiatrica con la quale, per esempio, diagnosticare l’autismo in età evolutiva” . La denuncia arriva dal Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Giorgio Fedele, che definisce “vergognose” le liste d’attesa nella ASL1.
“La sanità pubblica, nella provincia dell’Aquila – spiega Fedele – oltre a essere stata pregiudicata dall’assenza di una programmazione accurata da parte del governo regionale, è fortemente gravata dalla carenza di personale.
La richiesta è tanta, le urgenze non possono attendere, ma il personale medico è ridotto ai minimi storici con la conseguenza di disservizi e liste d’attesa interminabili. E a pagarne lo scotto sono i cittadini”.
Nelle scorse settimane avevo già denunciato l’assurda ripartizione dei fondi per l’autismo: nella provincia dell’Aquila i servizi a disposizione interessano circa 400 minori con le rispettive famiglie ma con i tetti di spesa, definiti da questo governo regionale, si copre il fabbisogno di soli 70 utenti. Una disparità di trattamento che i cittadini della Asl 1 Avezzano – Sulmona – L’Aquila subiscono in conseguenza di una malagestione della sanità pubblica.
“Non ci sono giustificazioni – incalza il 5 Stelle – perché si debba attendere un anno per una visita così delicata, in un momento spartiacque nella vita di un minore e della sua famiglia. Ci sono, però, responsabilità ben precise, e queste appartengono a chi, in questi anni, sarebbe dovuto intervenire per migliorare una situazione disastrosa ma che, invece, ha scelto di non farlo. È mancata la volontà, questa è la verità. A ciò si aggiunga che il recente attacco hacker subito dalla Asl1 potrebbe avere ulteriormente aggravato la lungaggine delle liste d’attesa ma, come abbiamo visto, questa maggioranza regionale prosegue nel non dare risposte.
I fatti parlano chiaro e dicono che curarsi, nella provincia dell’Aquila, sta diventando sempre più complicato”.
Nel caso di diagnosi di autismo un’azione tempestiva e rapida può fare la differenza. Con tempi così dilatati la paura è che i minori in attesa della visita possano vedere aumentate le loro difficoltà nella socialità e, nel caso della presenza di compromissioni gravi, vedere la situazione peggiorare. Alla luce di questa situazione al limite ho deciso che porterò nuovamente il caso all’attenzione del Consiglio regionale.
Non possiamo permettere che le famiglie, non potendo attendere un anno, siano costrette a rivolgersi al privato, con un aggravio economico notevole e non da tutti sostenibile. La Regione, evidentemente, non ha creato una rete territoriale sufficiente a rispondere alle esigenze del territorio e questo stato di cose ne è le diretta conseguenza.
Eppure non è la prima volta che attenziono questi casi all’Assessore e al Presidente Marsilio, ma la Regione a trazione centrodestra cosa ha scelto di fare dopo le mie numerose sollecitazioni? La risposta è sotto agli occhi di tutti: nulla” conclude.