Avezzano. Una copertura 8-20, reperibilità notturna e festiva e almeno due posti letto. E’ questo il presidio di Neurochirurgia necessario per Avezzano proposto alla Asl nel corso di un incontro di ieri mattina in Comune. “E’ la richiesta minima sotto la quale non possiamo scendere, in caso contrario sarà necessario avviare iniziative di altro genere”. L’avvertimento del sindaco di Gianni Pangrazio suona come un ultimatum, ma il direttore generale della Asl si è impegnato a cercare una soluzione convocando un vertice interno per lunedì mattina alla presenza dei dirigenti dell’azienda sanitaria. La chiusura definitiva di Neurochirurgia potrebbe compromettere anche servizi salva-vita come la stroke unit per patologie quali l’ictus, servizio quello di Avezzano all’avanguardia dell’intera regione.
La complessa vicenda del reparto di Neurochirurgia, chiuso a luglio dal primario dell’Aquila Renato Galzio con un’accezione di provvisorietà, mai poi riaperto, sembra non concludersi mai. Il manager ha mostrato apertura riguardo ad alcune delle richieste. Nel frattempo resta confermata la mobilitazione di lunedì mattina con partenza da Avezzano fino agli uffici centrali dell’Aquila, promossa dal consigliere regionale Emilio Iampieri e che sta raccogliendo adesioni da tutta la Marsica. La Asl, anche per questo motivo, sta cercando di trovare la quadra su una situazione che rischia ogni giorno di più di degenerare. Alla manifestazione, saranno presenti sindaci, cittadini e comitati civici per chiedere la riapertura dell’unità operativa semplice, così come era prima della chiusura provvisoria disposta dal primario aquilano. Nel corso dell’incontro di ieri a palazzo di città, invece, ha partecipato, oltre al sindaco e a Tordera, il presidente della commissione comunale sulla Sanità, Pisegna Orlando. Il manager ha ribadito che alla base dell’impossibilità di riaprire il reparto, ci sarebbe il decreto 79 dello scorso luglio firmato dall’allora commissario ad acta per la Sanità Luciano D’Alfonso in cui si parla di neurochirurgia ad Avezzano con un indecifrabile concetto di “servizio”. Il sindaco Di Pangrazio ha chiarito, però, che “la Marsica non può fare a meno di un presidio di neurochirurgia”, aggiungendo però che “i neurochirurghi saranno parte dell’organico dell’Unità operativa complessa dell’Aquilae la gestione dell’organizzazione demandata alla direzione del reparto che provvederà all’organizzazione dell’attività affinché non si creino disservizi”. Secondo il sindaco, “questo assetto è indispensabile nella Marsica, alla luce della densità di popolazione e posizione geografica dell’area, per la rete di emergenza-urgenza, pazienti politraumatizzati e in particolare per le patologie tempo-dipendenti come la stroke”. “Questa organizzazione”, ha dichiarato Di Pangrazio, “attulamente è a costo zero e renderebbe ancora più attraente la struttura verso le aree confinanti come il Lazio con un ulteriore aumento della mobilità attiva. Decisioni diverse”, avverte il primo cittadino, “porterebbero alla sospensione di attività salva-vita con gravi disservizi e danni per l’utenza”. Quindi la definitiva chiusura di Neurochirurgia trascinerebbe dietro di sé anche il ridimensionamento del servizio di stroke unit per patologia come l’ictus. “Questo non deve accadere”, ha spiegato il sindaco, “e quindi ad Avezzano deve esserci la neurochirurgia e almeno due posti letto”.