Avezzano. Bloccati al primario dell’Aquila Renato Galzio i compensi di trasferta ad Avezzano (700 euro al mese) da lui percepiti nonostante il reparto di Neurochirurgia di Avezzano fosse chiuso. E’ quanto stabilito in una delibera della Asl. Perplessità anche su un’altra questione: sembrerebbe che, almeno secondo le delibere Asl approvate, anche gli altri neurochirurghi percepiscano indennità per carenza di personale. Fin qui niente di anomalo, se non fosse però per il fatto che su un organico di sette persone, i neurochirurghi assegnati all’Aquila siano undici. Mentre il reparto marsicano resta chiuso.
Per quanto riguarda il provvedimento, firmato dal dirigente Stefano Di Rocco e sottoposto al parere del direttore generale Rinaldo Tordera, porta la data del 21 ottobre e riguarda la “Revoca dell’indennità di posizione variabile aziendale al professore Renato Galzio, direttore dell’unità operativa complessa di Neurochirurgia dell’ospedale dell’Aquila. Secondo il dirigente, il 5 luglio del 2010 a Galzio era stata affidata anche la direzione della Neurochirurgia di Avezzano oltre a quella dell’Aquila. Cinque mesi dopo la Asl gli aveva corrisposto “una indennità di posizione variabile aziendale pari a 700 euro lordi mensili per il maggior impegno lavorativo relativo all’incarico di Avezzano”. A luglio però, il reparto marsicano, per carenza di neurochirurghi visto che ad Avezzano ne erano rimasti solo due in servizio, era stato chiuso ma l’indennità continuava a essere erogata. Tutto sarebbe andato avanti così fino al primo settembre.
Per tale motivo Di Rocco ora ha disposto la revoca immediata del provvedimento adottato sei anni fa e ha chiesto il “recupero dell’importo di 1.377,42 euro corrisposto fino al 31 agosto”. In realtà il reparto di Avezzano è rimasto chiuso anche in una fase precedente, per un lungo periodo che va dal 2011 al 2014. Cosa è accaduto in quegli anni relativamente a questa indennità? Sono in molti a chiederselo. Come in molti si domandano che fine abbia fatto la delibera 950 del 20 giugno 2016 che prevede per i neurochirurghi dell’Aquila una remunerazione in regime libero professionale di 480 euro lorde per turno di 12 ore. Il tutto giustificato da una carenza di neurochirurghi, che però all’aquila sono sicuramente più di sette, organico di base.
Sul caso interviene il primo cittadino di Avezzano Gianni Di Pangrazio che parla una vicenda “che fa rabbia”. “Oltre al danno la beffa”, tuona il sindaco di Avezzano, “dopo aver letto l’articolo del quotidiano Il Centro, alla luce dei nuovi elementi emersi, l’interruzione del servizio di neurochirurgia che doveva riprendere dopo lo scorso 22 agosto al termine di una sospensione temporanea, fa ancora più rabbia. Sia chiaro”, afferma, “non ci interessano le logiche interne all’azienda sanitaria né la specificità della denominazione delle unità: la Marsica richiede a gran voce specialisti neurochirurghi all’Ospedale di Avezzano.
L’alta presenza di incidenti stradali, la Stroke Unit, i numerosi traumi cranici che avvengono per gli incidenti sul lavoro e gli altrettanto frequenti casi di politraumatizzati, sono solo una parte dei buoni motivi per cui c’è estremo e urgente bisogno di neurochirurghi. Non ci interessa che dipendano o meno dall’Unità operativa dell’Aquila”, sottolinea il primo cittadino, “la battaglia è per la salute e la sicurezza di oltre 140mila cittadini, che fanno parte di un bacino certamente superiore a quello aquilano e meritano anche loro una struttura sanitaria all’altezza delle loro istanze, con un pronto soccorso potenziato e ulteriori posti letto a disposizione”. Il sidnaco si dice pronto a fare la propria parte anche per la realizzazione del nuovo ospedale della Marsica, per il quale èstata già messa a disposizione l’area in cui sorgerà, ma chiede “unità e collaborazione a quelle forze politiche che hanno a cuore gli interessi della Marsica”. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro con il manager della Asl e l’assessore regionale alla Sanità per verificare lo stato dell’arte e parlare di tempi, modalità e procedure da adottare”.