Avezzano. Il primario di Neurochirurgia dell’Aquila, Renato Galzio, 67 anni, vicino alla pensione, si dimette per l’ennesima volta. Ad annunciarlo è stato il consigliere comunale dell’Aquila di Forza Italia, Guido Liris, che parla dell’Aquila “sotto attacco”. La stessa cosa pensano dalla Marsica, dove il reparto è stato chiuso questa estate in modo provvisorio proprio dal primario dell’Aquila Galzio e mai riaperto. La Marsica si sente defraudata, e ora con l’annuncio delle dimissioni di Galzio (non ancora formalizzate), anche L’Aquila si sente defraudata. Ma i marsicani si chiedono perché un primario debba dimettersi ogni volta che si vuole aprire un reparto.
Galzio in realtà già a luglio si era dimesso, quando la chiusura del reparto marsicano aveva scatenato indignazione e il provvedimento era stato definito da più parti illegittimo. Poi però erano state ritirate. Ora di nuovo dimissioni. Ora che il consiglio regionale con un provvedimento votato all’unanimità e promosso sempre da Forza Italia, dal consigliere Emilio Iampieri, ha sollecitato la riapertura. Ma ha scatenare le ire di Galzio, secondo indiscrezioni, sarebbe stata l’intervista di Pietro Guida pubblicata sul Centro al neurochirurgo Roberto Mastrostefano, dirigente medico dal 2001 al 2010 ad Avezzano e fondatore del reparto di Neurochirurgia insieme al primario Maurizio Fontana. Mastrostefano aveva dichiarato che “La vera soluzione, senza compromessi, è capovolgere la situazione. Poiché la piazza fondamentale non è L’Aquila ma Avezzano, al centoo di snodi autostradali e strade a scorrimento veloce, roma pescara, Roma Napoli e Roma Firenze. La soluzione è spostare il reparto ad Avezzano”. Una valutazione fatta sul numero degli abitanti, sul bacino di utenza e sulla conformazione territoriale.
Ciò ha però fatto scattare la reazione di Liris “Ora è il momento di unirsi, siamo sotto attacco”, ha dichiarato, “qualcuno si è divertito a giocare col fuoco, a soffiare sul fuoco: oggi siamo a registrare una sconfitta dolorosa della sanità non solo aquilana ma di tutto un territorio. Se chi ha oggi, ahimè, la responsabilità di governare le dinamiche politiche e amministrative del nostro territorio, dal Comune dell’Aquila alla Regione, non lavorerà per sanare entro poche ore il vulnus, sarà ricordato quale autore di un attentato letale al presente e al futuro dell’Ospedale e dell’Università del Capoluogo. Il Direttore Generale Tordera dovrà respingere con forza e convinzione le dimissioni di un’eccellenza nazionale che rappresenta da anni motivo di lustro e prestigio per l’intera Asl. Sindaco, Rettrice, Presidente della Regione, dove siete? Cos’altro devono subire i nostri concittadini?”.
Intanto, al di là del balletto della politica che difende il proprio territorio, sia quella marsicana sia quella aquilana, il reparto di Avezzano resta chiuso e il rischio per i pazienti, anche in caso di gravi incidenti stradali o ictus, rimane alto e c’è in continuazione la necessità del trasporto fino all’Aquila, con tempi di emergenza urgenza che si allungano. Anche il ministero della Salute sulla vicenda ha avviato degli accertamenti, come confermato dal ministro Lorenzin. Il Piano regionale, inoltre, prevede chiaramente la presenza del reparto ad Avezzano. Infatti il nuovo Piano strategico 2017-2019 del bilancio pluriennale previsionale, approvato il 30 novembre, prevede la Neurochirurgia dell’Aquila e di Avezzano.