Avezzano. «Non vogliamo vendetta per la morte di nostra figlia, ma solo avere giustizia e capire cosa sia accaduto affinché la stessa cosa non accada a qualcun altro». I genitori della neonata venuta alla luce priva di vita all’ospedale di Avezzano affidano al loro legale la loro posizione sulla drammatica vicenda. La giovane coppia è ancora scossa per la tragedia e sperano che la magistratura faccia chiarezza su ciò che è accaduto quel maledetto pomeriggio. La morte del feto è avvenuta al nono mese di gravidanza in circostanze ancora da chiarire e ha fatto scattare l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Avezzano e ha portato al sequestrato delle cartelle cliniche. La mamma, un’avezzanese, era alla 37esima settimana di gravidanza. Secondo la ricostruzione, sarebbe arrivata in ospedale al mattino per una preospedalizzazione. Prima di pranzo, però, dopo una serie di controlli, sarebbe stata dimessa. Infatti il parto, secondo l’ospedale, sarebbe dovuto avvenire in modo naturale entro qualche giorno. I genitori erano stati rassicurati sullo stato di salute del feto. Qualche ora dopo, però, intorno alle 14.30, la corsa di nuovo in ospedale a causa di forti dolori. I medici del pronto soccorso avrebbero diagnosticato il distacco della placenta e disposto con urgenza un intervento. Nel corso dell’intervento chirurgico, secondo la denuncia presentata dai coniugi, assistiti dall’avvocato Filomeno Occhiuto, la bimba sarebbe nata morta. La Procura ha quindi aperto un’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo contro ignoti. «Non cercano vendetta da parte di nessuno, ma solo giustizia e verità», hanno detto affidando la loro posizione al legale. «Non lasceremo nulla di intentato», ha aggiunto Occhiuto, «affinché, se dovessero emergere responsabilità, vengano duramente puniti e sanzionati i colpevoli». E’ stato eseguito un controllo sul feto dal medico legale Cristian D’Ovidio per conto della Procura e alla presenza del consulente di Parte, Paolo Agnifili. Entro tre mesi ci sarà il risultato dell’autopsia, ma intanto a parlare ora sono i genitori.