Villavallelonga. Rientra l’allarme nei territori di Gioia dei Marsi, Lecce nei Marsi e Villavallelonga per l’uso ignobile di veleno diffuso da parte di criminali ambientali a seguito dell’attività di controllo del territorio svolto dal Corpo Forestale dello Stato e dal Servizio di Vigilanza del PNALM. Sui 10 chilometri quadrati battuti, grazie all’impiego nei quattro giorni di oltre 80 uomini tra personale del CFS e Guardie del PNALM e delle 2 unità cinofile antiveleno, non sono stati rinvenuti bocconi avvelenati nè tanto meno animali deceduti. A seguito del ritrovamento di un piccolo esemplare di orso che vagava all’interno della Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) in località “Prati d’Angro” – Comune di Villavallelonga, si era ipotizzato che mamma orsa potesse essere morta per cause non naturali. Infatti nel recente passato e nella stessa zona erano state rinvenute volpi avvelenate e, nella giornata di venerdì, a poca distanza dalla località “Prati d’Angro”, uomini della Forestale e del PNALM avevano ritrovato anche un lupo adulto morto. Immediatamente sono scattate le operazioni di rastrellamento, con pattuglie miste di Forestali e Guardie del PNALM, tese a verificare se sul territorio non si fossero animali deceduti per cause sospette; contestualmente sono state attivate anche due unità cinofile antiveleno del CFS dislocate presso il Parco nazionale del Gran Sasso Monti della Laga. Nell’attività di ricerca di mamma orsa ed in quella di elitrasporto delle unità cinofile antiveleno è stato utilizzato un elicottero della base Aerea di Pescara del Corpo Forestale dello Stato. Buone notizie giungono anche alla sezione dell’IZS di Avezzano. Da una prima analisi necroscopica della carcassa di lupo rinvenuto nella giornata di venerdì i veterinari, sebbene si debbano aspettare gli esiti degli esami tossicologici, tendono ad escludere che il decesso possa essere collegato a morte per avvelenamento. Infatti, sul lupo, più che adulto, sono state rinvenute due fratture di cui all’anca, che inducono ad ipotizzare una ridotta capacità predatoria dell’animale e lo stomaco vuoto. Sono state stabilizzate e migliorano di ora in ora le condizioni della piccola orsa che è affidata alle cure dello staff veterinario dell’Ente Parco.