Avezzano. Arriva Nduccio all’Università e, accolto niente meno che dal vescovo dei Marsi, Pietro Santoro, spiega il pensiero di Ignazio Silone agli studenti. Quello di ieri pomeriggio alla facoltà di Giurisprudenza, nella sede di via Napoli, è stato un evento di riflessioni, informazioni ma anche risate a non finire. Sono saliti in cattedra due professori d’eccezione come il vescovo e Germano D’Aurelio, alias ‘Nduccio, che insieme al professor Sandro Pelillo, docente di Diritto amministrativo, hanno spiegato agli studenti il rapporto tra giustizia e pubblica amministrazione. Mentre il professor Pelillo ha usato termini giuridici e una visione schematica del rapporto, il vescovo Santoro ha preferito parlare prima del rapporto delle parrocchie e della diocesi con la “res pubblica” e poi del percorso che ogni studente di giurisprudenza dovrebbe compiere lontano da corruzione pubblica, narcisismo, frantumazione, crescita dell’anonimato e della solitudine. Nduccio, invece, ha usato la sua comicità e la sua capacità comunicativa, ma anche i ricordi di un tempo e le parole di Silone e Flaiano, per illustrare la sua visione del legame tra i “cafoni” e le amministrazioni. Con proverbi e citazioni si è rivolto ai ragazzi e tra una risata e una frecciatina ha colpito nel segno. Nduccio si è presentato al pubblico, questa volta composto esclusivamente da studenti, in una veste insolita come quella di insegnante. I suoi spettacoli, invece, sono caratterizzati da canzoni folk originali insieme ad una band di supporto come il “Sentimento agricolo”. È conosciuto in gran parte dell’Italia meridionale e le sue prime vecchie cassette, con canzoni e piccoli intermezzi di cabaret, sono diventate merce di culto fra gli appassionati della sua musica. Ieri ha dimostrato di essere in grado di rapire l’attenzione di chi ascolta anche quando parla di cultura e tradizioni.