Luco dei Marsi. Nasce il movimento dei Forconi anche in Abruzzo. La decisione è stata presa da un ottantina di allevatori, agricoltori, autotrasportatori e pensionati che si sono incontrati oggi pomeriggio a Luco dei Marsi per organizzarsi in movimento. «In un primo momento si era pensato in un’organizzazione autonoma», ha affermato Dino Rossi, attuale responsabile del movimento Cospa, «poi abbiamo ritenuto opportuno seguire il movimento a livello nazionale». In Abruzzo sarà guidato da Rossi e ogni territorio avrà un proprio rappresentante. Alla riunione non sono mancati momenti di tensione. Erano presenti anche degli esponenti delle associazioni di categoria, ma sono stati allontanati. «Questo movimento», ha chiarito Dino Rossi, «sarà il modo per parlare con una sola voce a chi di dovere. Al contrario di quello che affermano alcune associazioni di categoria agricole, secondo cui la protesta sta mandando al macero tonnellate di prodotti, proprio facendo sentire la nostra voce potremo evitare di avere ancora danni inestimabili grazie anche alla loro latitanza». Sul piatto della bilancia pesano i disagi che ogni giorno i proprietari delle aziende del territorio devono affrontare, a partire dall’aumento del carburante e dall’Imu sui magazzini. “Nell’assemblea organizzata da un gruppo di giovani volenterosi sono stati affrontati numerosi problemi che affliggono le aziende agricole del Fucino”, ha spiegato Franco Paris dell’associazione culturale agricola di Luco, “oltre al crollo dei prezzi dobbiamo fare i conti con l’aumento del carburante, con estimi catastali che si alzano di giorno in giorno e ora anche con l’Imu sui magazzini. Non ce la facciamo veramente più”. Il disagio che vivono gli agricoltori marsicani è comune anche ai loro colleghi di tutta Italia. In Sicilia, dove è iniziata la protesta dei forconi, i contadini hanno cercato di far sentire la loro voce interrompendo il lavoro. Un pò come i siciliani i contadini del Fucino hanno voluto fare fronte comune per capire come agire. Uno dei problemi più grandi che sono chiamati ad affrontare è quello dei pozzi che oggi è stato presentato anche al vice presidente del Consiglio regionale, Giovanni D’Amico. “Per la siccità del 2007 abbiamo ricevuto solo il 5 per cento dei risarcimenti”, ha concluso Paris, “e ora ci vogliono far pagare gli arretrati fino a 10 anni. E’ inaccettabile”. Nei prossimi giorni i contadini si riuniranno di nuovo per decidere come muoversi guardando anche ai loro colleghi del resto d’Italia.