Avezzano. E’ morta in ospedale il medico oculista Angela Tucceri che aveva lavorato per 40 anni nel reparto di Avezzano. Aveva 67 anni ed era da tempo malata. I funerali si terranno oggi alle 15 nella chiesa di San Michele Arcangelo San Pelino, frazione di Avezzano. La salma è esposta nella casa funeraria Rossi in Via Nuova 93 – Avezzano dalle 9 alle 14.30. Lascia la madre, il fratello Nicola e la sorella Sabrina entrambe medici. Viene ricordata come una professionista preparata e seria anche una persona sensibile e altruista con i pazienti e con il prossimo
Una vita dedicata alla cura del prossimo con spirito di sacrificio, impegno e professionalità. È morta ieri mattina a seguito di una malattia per la quale era ricoverata nella stessa struttura dove per tanti anni aveva esercitato la sua professione. Era andata in pensione da circa 3 anni ma quel legame forte che la legava a tutto lo staff del reparto di oculistica dell’ospedale di Avezzano era sempre forte. Proprio con i suoi ex colleghi di lavoro ha trascorso le ultime ore della sua esistenza. Ieri mattina, infatti, prima di morire ha voluto brindare con loro in occasione del compleanno della caposala del suo vecchio reparto, guidato dal primario Walter Di Bastiano. Con lui e con tanti altri professionisti dell’unità operativa la dottoressa aveva trascorso gran parte della sua vita professionale condividendo progetti e iniziative.
Di Bastiano l’ha voluta ricordare anche su Facebook con una foto. “E’ un grande dolore per me e per tutto il reparto la scomparsa della nostra casa Angela”, ha affermato il dottor Di Bastiano molto provato dall’accaduto, “fino a pochi minuti prima della sua morte eravamo stati insieme. Era stata proprio lei a chiamarci e aveva chiesto di brindare in occasione della festa della caposala vicino al suo letto dove si trovava, purtroppo, nelle vesti di paziente. Quando siamo andati a salutarla ha detto alla festeggiata di prendere una bottiglia di spumante per un brindisi insieme, che è stato l’ultimo. Subito dopo quel momento trascorso insieme sono andato all’Aquila e poco dopo mi hanno chiamato dicendomi quello che era accaduto”.