Avezzano. Aveva investito un uomo alla fermata del bus, finendo sotto processo per omicidio colposo, è stata però prosciolta dalle accuse nel corso del processo al tribunale di Avezzano davanti al giudice per l’udienza preliminare Maria Proia. L’investimento era avvenuto sulla Tiburtina, in orario serale e la visibilità era scarsa. per lei è scattato il proscioglimento anche alla luce della relazione del Ctu.
Sotto accusa era finita una ragazza di 35 anni, M.Z., di Pescina, che era alla guida dell’auto. L’automobilista, sotto shock, era rimasta illesa collaborando alle operazioni di soccorso mentre veniva chiamato il 118. Era difesa dagli avvocati Domenico Quadrato e Vincenzo Retico. La ragazza aveva spiegato nell’immediatezza dei fatti di non aver visto il pedone a causa della carenza di illuminazione.
La vittima, un 55enne di Cerchio, Rocco Tucceri, in un primo momento era stato ricoverato all’ospedale di Avezzano. Nella zona dell’impatto c’era un solo lampione e l’illuminazione era piuttosto scarsa. Sul posto era arrivata l’ambulanza che aveva portato il 55enne di Cerchio al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano. I carabinieri della stazione di Trasacco, che avevano eseguito i rilievi, insieme ai militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Avezzano, non avevano tralasciato alcun particolare. Dal vicino bar erano arrivate anche alcune persone dopo aver sentito il rumore dell’impatto.
L’incidente era avvenuto a novembre del 2016 intorno alle 21.15 nel territorio comunale di Cerchio, nei pressi del bivio per il paese. Stando alla ricostruzione fatta dai carabinieri, l’uomo era stato travolto dalla Lancia Y10 guidata dalla ragazza che aveva subito chiarito di non averlo visto perché era buio. Le condizioni di Tucceri erano apparse subito molto gravi. L’uomo era stato scaraventato a diversi metri di distanza, dopo essere finito contro il parabrezza della vettura. Poi aveva perso i sensi. La Lancia Y10, a detta di alcuni testimoni, non procedeva a velocità elevata, tanto che si era fermata dopo alcuni metri.
La morte dopo il ricovero in ospedale, Rocco Tucceri, che lavora in una ditta di pulizie che svolge i suoi servizi sui pullman della Tua, si era aggravato. Le sue condizioni peggiorarono progressivamente e alla fine ci fu il decesso. Il perito intervenuto in udienza ha confermato che la visibilità era scarsa e che difficilmente la vittima poteva essere visto. Anche alla luce di questo il pubblico ministero, Ugo Timpano, ha chiesto il non luogo a procedere. Il giudice, dopo la camera di consiglio, ha emesso la sentenza di proscioglimento della giovane marsicana perché il fatto non costituisce reato.