Avezzano. Era morto dopo essere stato visitato per tre volte in ospedale e per due volte dimesso nonostante i lancinanti dolori addominali. Ora due medici del pronto soccorso di Avezzano sono accusati di omicidio colposo dalla procura della Repubblica di Avezzano per la morte di Piero Concia, ex presidente del Cai avvenuta il 5 luglio. Concia, nel giro di tre giorni, dal 2 al 5 luglio, era stato trasportato dall’ambulanza e in preda a lancinanti dolori addominali ed era stato visitato nel pronto soccorso dell’ospedale. La prima volta era stato dimesso con una diagnosi di lombalgia, mentre la seconda con la prescrizione “di tornare il giorno successivo per consulenza sulla terapia del dolore”. Solo la terza volta, dopo averlo sottoposto a Tac ed ecografia addominale, gli era stato diagnosticato la perforazione del diverticolo del sigma e quindi sottoposto d’urgenza a un intervento chirurgico, che si è rivelato inutile. Piero Concia era un paziente oncologico da circa quattro anni e, pertanto, aveva bisogno di un particolare protocollo di accertamento. Le prime due volte, al pronto soccorso, gli era stato assegnato il codice verde, trasformato, successivamente, in codice giallo viste le insistenti richieste dei familiari e dello stesso paziente, messo ko dalle fitte lancinanti all’addome. A fronte di ciò, il manager della Asl Avezzano-L’Aquila-Sulmona, Giancarlo Silveri, aveva avviato un’indagine interna per verificare che le procedure fossero state svolte correttamente e la Procura della Repubblica aveva aperto un fascicolo, in seguito alla denuncia dei familiari, per accertare eventuali responsabilità dei medici, affidando una relazione ad un perito per stabilire le cause della morte del presidente Cai. Per la moglie di Concia “è un primo passo affinché sia fatta giustizia e per evitare il ripetersi di tragedie come questa”.