Avezzano. Blitz dei Nas in uno stabilimento alimentare della zona industriale di Avezzano e in un supermercato di via XX Settembre: due marsicani sono stati denunciati per frode nell’esercizio del commercio, perpetrata nel tempo e in concorso tra loro.
Si tratta di un 73enne e un 56enne, entrambi con precedenti di polizia. Sono i responsabili della società cui sono collegati lo stabilimento e il supermercato.
I due sono stati denunciati per aver commercializzato carne con l’etichetta con bollo “CE”, revocato dalla Regione Abruzzo.
All’interno dello stabilimento sono stati trovati circa 400 chili di prodotti alimentari vari, dai fagioli, all’olio, ai succhi di frutta, alle patatine, fino ai gelati, in cattivo stato di conservazione.
Entrambi gli avezzanesi sono stati segnalati all’autorità sanitaria e amministrativa per aver attivato abusivamente lo stabilimento, in quanto in assenza della comunicazione all’autorità competente della sua registrazione. Lo stesso, secondo la relazione dei carabinieri dei nuclei antisofisticazioni e sanità dell’Arma, a firma del tenente colonnello Domenico Candelli, veniva mantenuto “in assenza dei requisiti minimi d’igiene”, con “sporco diffuso non rimosso da tempo”.
I carabinieri del nucleo di Pescara, coadiuvati nell’attività da quelli della compagnia di Avezzano, hanno rilevato la presenza di muffe sulle pareti e sui pavimenti.
In più è stata rilevata l’omissione di attuare le procedure aziendali in tema di tracciabilità e rintracciabilità degli alimenti. Sul posto, come prova, sono stati sequestrati dei campioni di prodotti alimentari confezionati, che riportavano il bolletino “CE” revocato. Il dirigente del servizio della Asl che ha partecipato all’operazione ha disposto l’immediata chiusura dell’industria produttiva non autorizzata e il divieto del suo utilizzo, ha poi avviato la distruzione dei 400 chili di cibi trovati in cattivo stato di conservazione (alimenti in stato di alterazione e insudiciato).
Il valore dell’attività inibita ammonta a un milione di euro mentre quello degli alimenti a 500mila euro.