Tagliacozzo. Il consiglio comunale di Tagliacozzo approva un ordine del giorno a tutela dei servizi sanitari dell’ospedale Umberto I, ma il consigliere Di Marco Testa vota contro. Ieri pomeriggio si è riunito, in via telematica, il consiglio straordinario convocato dal presidente Anna Mastroddi per approvare una “mozione a salvaguardia dell’integrità dei servizi sanitari del presidio ospedaliero dell’Umberto I di Tagliacozzo”.
Da giorni, infatti, la Asl continua a parlare di un ridimensionamento dell’orario del Punto di primo intervento di Tagliacozzo che dovrebbe essere chiuso nelle ore notturne e quindi diventare h12 e non più h24. Questa sorte, che già si era palesata nella prima fase dell’emergenza coronavirus, è comune anche al presidio di Pescina. Per questo le due amministrazioni comunali si sono subito opposte chiedendo alla Asl, prima formalmente e poi ufficialmente, di non ridurre gli orari.
Prima dei lavori di ieri maggioranza e opposizione a Tagliacozzo erano compatte nell’approvare la mozione. Ma poi, al momento del voto, il consigliere Di Marco Testa si è astenuto. Critiche sono arrivate dalla maggioranza che ha parlato di una “logica di appartenenza politica”. Di Marco Testa, che ha parlato anche a nome del collega consigliere Angelino Poggiogalle durante il consiglio comunale, ha però voluto illustrare il perché di questa scelta in un lungo intervento indirizzato al sindaco Vincenzo Giovagnorio.
“Egregio sindaco la stavamo aspettando”, hanno commentato i consiglieri Di Marco Testa e Poggiogalle, “ancora una volta è uscita la sua vera natura ma soprattutto il vero intento politico che muove la sua azione. Non che fosse mai stato celato, ma se anche di fronte alla grave difficoltà in cui è sprofondata la sanità marsicana, e quindi l’economia della stessa, con conseguenze ovvie su cui abita il territorio, lei è intento a farsi propagando a discapito di tutto e tutti, noi abbiamo il dovere di farglielo notare. Per l’ennesima volta, con la determinazione che ci contraddistingue, siamo qui a raccogliere le istanze dei tanti cittadini che manifestano malumore e disagio nei confronti di una amministrazione spesso cieca e sorda alle reali esigenze del paese, maldestramente chiusa in sé stessa e incapace nel relazionarsi con dialogo e condivisione. Arroganza, saccenza e rigidità, non pagano mai.
In quasi cinque anni di amministrazione non ha mai accolto una sola mozione che provenisse dalla minoranza. Con atteggiamento altezzoso e supponente ha offeso senza freni ogni membro dell’opposizione e a volte anche della stessa maggioranza. Tagliacozzo non è sua, lo tenga bene a mente, e i cittadini non sono i suoi sudditi. Non detiene lo scettro del potere. Ora, con la superbia che l’ha sempre contraddistinta, viene a chiederci di firmare un documento per il nostro ospedale? Lo stesso ospedale per cui nel 2017 ha negato il Consiglio comunale straordinario il cui focus era incentrato proprio sulle criticità al suo interno? Dovette intervenire addirittura il Prefetto. È lo stesso nosocomio, difeso negli anni senza sosta dal comitato Pro ospedale di Rita Tabacco che lei stesso ha definito “vuoto” e le azioni della dottoressa Tabacco “dannose per la città”? È lo stesso ospedale dove i sanitari hanno denunciato la “farsa del sindaco” sulla consegna delle mascherine sotto emergenza? È lo stesso ospedale dimenticato e riscoperto solo pochi mesi fa?”.
“Caro sindaco”, sottolineano i due consiglieri comunali, “non si può stare in silenzio per anni e poi urlare sotto emergenza sanitaria e chiedere attenzioni. Poi tacere nuovamente durante il periodo estivo, dove sembrava che il covid non esistesse, e tornare a urlare una volta concluse le feste. Ci rendiamo conto che la coerenza non è il suo vanto, ma qui si esagera. Il gruppo de “ il Paese che vorrei” si è astenuto dalla mozione non perché non abbia a cuore il presidio ospedaliero, anzi, grazie alla sua azione distensiva, propositiva e consona al ruolo istituzionale che ricopre, è riuscito a riportare h24 il Ppi di Tagliacozzo. In maniera pubblica e unanime ha denunciato la gravità dei manifesti infamanti affissi dal sindaco lo scorso maggio dove insultava il presidente della commissione Sanità Mario Quaglieri, l’assessore regionale Guido Liris, il direttore generale della Asl Roberto Testa e la nostra concittadina e membro della segreteria del presidente Marsilio, Benedetta Fasciani. Non possiamo accettare i toni esasperati e poco opportuni del sindaco contro la Regione, non per partito preso, ma perché non si può ricercare il minimo risultato senza un dialogo con gli enti sovracomunali”.
“Non possiamo accettare la non presenza del sindaco il giorno della riapertura h24 del Ppi di Tagliacozzo dov’era presente l’assessore alla Sanità Verì, il presidente della Commissione Mario Quaglieri e il direttore generale Roberto Testa, il consigliere regionale Simone Angelosante”, rimarcano Di Marco Testa e Poggiogalle, “non possiamo non accettare la non risposta di ieri al sindaco di Pescina alla sua richiesta solo perché era concorde con l’attuale Giunta regionale e non intende urlare e sbraitare come lui. Non possiamo non tener conto dei continui attacchi, sia tramite la pagina Facebook del primo cittadino che con comunicati stampa contro la direzione generale della Asl. Il documento a chi intende presentarlo? Con quale efficacia? Il sindaco, in questi anni ha solo dimostrato una cosa: è un vero leone da tastiera. Si accanisce in maniera convulsa, offende e sbraita ma poi cosa ottiene? Nulla. Il suo atteggiamento a cosa ha portato in questi mesi? A nulla. Il sindaco fa l’elenco degli “io sto con” ma la verità è che sta solo con sé stesso e il suo “ego”. Il resto è nulla”.
“Il documento di ieri per l’ospedale”, continuano, “è stato varato dal consiglio, è normale questo accanimento contro “Il paese che vorrei” per l’astensione? Sarebbe folle se ogni sindaco avesse una reazione di questo tipo a ogni astensione dei consiglieri di minoranza. É chiaro che il sindaco è in piena campagna elettorale. Ma noi non permettiamo che lui faccia propaganda sfruttando le paure delle persone in questa situazione d’emergenza e quindi ci siamo astenuti dalla votazione perché non permettiamo al sindaco di gestire la Res Publica in questa maniera ad personam. Ma soprattutto l’ospedale è nostro, è di tutti, non è una materia da contendere per la campagna elettorale. Anzi, chiediamo al sindaco di adoperarsi, come hanno fatto i comuni limitrofi, per fare i tamponi alla popolazione tagliacozzana. Sicuramente, data la sua “onestà intellettuale”, dirà che già si sta adoperando da mesi! Noi del “Il paese che vorrei” preferendo i fatti alle parole”, concludono Di Marco Testa e Poggiogalle, “continueremo in maniera seria e concreta a difendere il presidio ospedaliero senza documenti propagandistici, anzi l’unico faro della nostra azione è il bene e l’interesse dell’intera comunità di Tagliacozzo”.