Avezzano. Una condanna a 5 anni di reclusione per aver picchiato, minacciato e ferito con il collo di una bottiglia rotta e con un coltello un gruppo di minorenni avezzanesi poi rapinati di cellulare, carte di credito e soldi. Si concludono così, in primo grado, i fatti legati alla movida violenta della scorsa estate ad Avezzano. Dopo la pena inflitta un mese fa a 7 anni per uno dei due aggressori, ora anche il secondo è stato condannato a 5 anni di reclusione.
Gli accusati sono El Hou Sofiane, marocchino di 26 anni, per il quale si è proceduto con rito abbreviato. Il connazionale, Ghettas Yassine, 30 anni, era stato condannato il 25 aprile a una pena di 7 anni e due mesi per aver accoltellato uno dei minorenni aggrediti in piazza l’estate passata. Si tratta della rissa che un sabato sera della scorsa estate, nel mese di giugno, era sfociata nel ferimento di un avezzanese di 17 anni a scopo di rapina e di altri ragazzi. Ora è arrivata la decisione del tribunale di Avezzano anche per il 26enne.
La ricostruzione, secondo gli inquirenti, parte dalle 3.30 di quella notte. La polizia era intervenuta in Piazza Risorgimento dopo la segnalazione di un’aggressione da parte un cittadino magrebino. L’arrivo dell’equipaggio della volante, che si trovava già nella zona a causa delle numerose risse nella movida avezzanese della scorsa estate, aveva consentito di ricostruire l’accaduto e di avviare immediatamente le ricerche dei responsabili. Nella circostanza la polizia aveva appreso che i due stranieri, dopo aver ricevuto il rifiuto di una sigaretta da parte di un giovane avezzanese e mentre quest’ultimo si allontanava in fretta, insieme ad altri ragazzi per la maggior parte minorenni, lo avevano rincorso con il chiaro intento di impadronirsi degli oggetti di valore in loro possesso.
Il ferimento sarebbe avvenuto alla fine. Una volta raggiunto il gruppo, dopo aver colpito alla testa con una bottiglia uno dei giovani, con un coltello avevano ferito alla spalla un secondo minorenne, sottraendogli il cellulare e il portafoglio. Un episodio avvenuto in un periodo di grande tensione per la città a causa di numerosi episodi di microcriminalità registrati in quel periodo, tra cui il ferimento di un carabiniere aggredito da un dominicano e finito in ospedale in prognosi riservata. Una situazione incandescente che aveva avuto il suo apice proprio in quella serata di sabato quando il centro era stato teatro di una serie di risse.
I giorni successivi alla rissa furono altrettanto movimentati. Yassine era stato inseguito per le vie della città da un gruppo di persone con bastoni e spranghe di ferro, proprio perché ritenuto il complice del 26enne, arrestato qualche giorno prima di lui. Ghettas Yassine era stato già identificato la mattina successiva all’accoltellamento dagli agenti del commissariato e foto-segnalato. Poi, però, era stato rilasciato in attesa di provvedimenti restrittivi che non erano ancora arrivati.