Avezzano. Sarà inaugurata questo pomeriggio, nella galleria d’arte contemporanea Tibaldi a Trastevere a Roma, la mostra personale di Antonio Catalani, giovane pittore avezzanese.
La mostra parlerà attraverso il viaggio intrapreso da questo giovane uomo che, con commovente solitudine, non metterà in scena il luogo sicuro dove approdano le sue opere, ma il cammino tormentato che lo condurranno ad esse.
Sarà l’occasione per mettere in rapporto il linguaggio animale, di cui Antonio si fa custode, con quello artistico, saltando dall’uno all’altro senza mediazioni, senza regole, senza nostalgia, in modo tale che a parlarci siano solo i violenti e bruschi colori delle sue grandi tele.
Dai movimenti veloci e fieri del suo rapportarsi vigile al reale saremo costretti, spaesati, a rivolgerci verso gli stimoli nascosti che ci mettono ogni volta in cammino senza che di essi si abbia un linguaggio adeguato ad esprimerli. Antonio non cercherà di dare risposte ma, attraverso il suo parlare, solleverà questioni che solo un linguaggio inadeguato potrà però, anche se per un attimo, comprenderle.
“Nelle opere di Antonio c’è una rissa irrisolta, attraverso la raffigurazione”, scrive Erri De Luca, “a esprime, ma non se ne libera, perché sente di non consistere in quelle opere. È un punto di vista esigente verso se stesso, non si compiace, non si da per promosso. E malgrado la sua insoddisfazione in quei quadrati al muro si vede la mano sicura di chi possiede un mezzo e lo piega al suo pensiero e istinto. Ribolle eppure governa la materia che gli da alla testa, ha volontà di conoscere i suoi limiti, ma i propri si esplorano solo a rischio di sbandare”.
La mostra del giovane marsicano sarà quindi l’occasione per mettersi in cammino senza bussole, senza punti di riferimento, nel buio totale, lasciandosi guidare, anche solo per un istante, dalla luce di un lampo artistico, violento ed imprevedibile.