Avezano. Tragica fine di uno sconosciuto: chi è il morto trovato carbonizzato nella ex Posta ad Avezzano?
Sarà l’autopsia a fare piena luce sulla morte dell’uomo trovato senza vita dopo l’incendio scoppiato domenica sera all’interno dell’ex edificio delle Poste di via Mazzarino.
La Procura della Repubblica di Avezzano ha disposto l’esame autoptico ritenendolo decisivo non solo per accertare le cause del decesso, ma anche per risalire all’identità della vittima, che al momento resta sconosciuta.
Nel corso degli accertamenti verrà effettuato anche il prelievo di un campione biologico, destinato all’analisi del dna. Il profilo genetico sarà confrontato con quelli presenti nelle banche dati nazionali, nella speranza di attribuire finalmente un nome all’uomo.
Le prime risultanze investigative fanno ipotizzare che la vittima possa aver perso conoscenza a causa dei fumi sprigionati dal rogo, in particolare del monossido di carbonio, senza riuscire a mettersi in salvo. Solo in una fase successiva, secondo questa ricostruzione, il corpo sarebbe stato raggiunto dalle fiamme. Sarà l’autopsia a confermare o smentire in modo definitivo tale scenario.
L’allarme è scattato intorno alle 19.30 di domenica sera, quando una pattuglia dei carabinieri della compagnia di Avezzano, impegnata in un servizio di controllo del territorio, ha notato una colonna di fumo provenire dallo stabile dismesso. Sul posto sono intervenuti tempestivamente i vigili del fuoco con due mezzi, avviando le operazioni di spegnimento e di messa in sicurezza dell’area.
Durante l’intervento è stato soccorso un uomo di origine romena, trovato all’interno dell’edificio in grave difficoltà respiratoria. Affidato alle cure del personale sanitario del 118, è stato trasferito all’ospedale di Avezzano, dove risulta ancora ricoverato. Secondo quanto emerso, al momento del ritrovamento si trovava in stato di alterazione alcolica.
Il ritrovamento del corpo senza vita è avvenuto circa un’ora più tardi, una volta domate le fiamme e raggiunti altri locali dello stabile. Il cadavere, privo di documenti, è stato trasferito in obitorio e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Le indagini, affidate ai carabinieri, si muovono su più fronti. Oltre agli accertamenti tecnici sulle cause dell’incendio, i militari stanno raccogliendo testimonianze utili all’identificazione della vittima. Tra queste, quella di un cittadino marocchino che vive nei pressi dell’edificio e che avrebbe riferito della possibile presenza di un altro uomo, forse di nazionalità romena, all’interno del capannone. Un elemento ora al vaglio degli investigatori.
Resta al momento prevalente l’ipotesi di un incendio accidentale, probabilmente innescato da un fuoco acceso per ripararsi dal freddo..
La tragedia ha scosso profondamente la città. Numerosi residenti si sono riversati in strada durante l’intervento dei soccorsi. Secondo alcune testimonianze, da tempo l’edificio versava in stato di abbandono ed era diventato un rifugio di fortuna per persone senza fissa dimora.
Nel marzo di quest’anno il Comune aveva valutato un progetto di recupero, su iniziativa di associazioni e cittadini, gli amministratori avevano effettuato un sopralluogo nello stabile.
Oggi, mentre si attendono i risultati dell’autopsia e del dna, resta il dolore per una morte di un uomo che viveva ai margini della città.








