Avezzano. Si è conclusa, dopo un lungo e tormentato iter giudiziario, con una motivata sentenza del Tribunale civile di Avezzano, giudice monocratico Andrea Dell’Orso, un’annosa vicenda insorta a seguito della morte presso l’ospedale di Popoli, dove un paziente di 54 anni, di Carsoli, era stato portato nelle ultime ore di vita, e dopo essere stato ricoverato e curato a più riprese all’ospedale di Tagliacozzo.
Il paziente affetto da diverticolosi multipla del colon, venne ricoverato il 23 marzo 2004 all’Umberto I di Tagliacozzo per problemi addominali che, pur rivelatisi non lievi, non presentavano elementi che facessero pensare a neoplasie tumorali. Venne sottoposto ad un primo intervento chirurgico, dimesso e poi nuovamente ricoverato alla metà di aprile per una sospetta patologia di tipo artrosico, diagnosi rivelatasi dopo pochi giorni errata tanto è vero che il 22 aprile 2004 aveva luogo un secondo intervento chirurgico resosi necessario all’esito di un successivo esame radiografico.
Tutto ciò scatenò un processo degenerativo che comportò l’esecuzione di ben cinque interventi con il finale ricovero in rianimazione presso l’Ospedale di Popoli ed il decesso per scompenso acuto di cuore secondario a shock settico in soggetto plurioperato.
Venne aperto un procedimento penale per omicidio colposo al Tribunale di Pescara, poi trasferito per competenza ad Avezzano, a carico di sei medici allora in servizio presso l’Ospedale di Tagliacozzo. In sede di udienza preliminare due di questi medici furono prosciolti ed il processo proseguì a carico degli altri quattro, ma le lungaggini, per perizie ed altro fecero maturare la prescrizione del reato.
Il processo civile venne così avviato successivamente con la sentenza del Giudice monocratico. Ha affermato la responsabilità della Asl Avezzano Sulmona L’Aquila e del solo primo operatore, con rigetto della domanda dei congiunti nei confronti degli altri tre medici.
Il risarcimento è arrivato a seguito di tale sentenza e la Asl e il medico sono stati condannati a pagare danni a favore del figlio del 54enne rimasto nel frattempo unico erede, per un importo superiore ai 500mila euro. Il giudizio è stato patrocinato per conto dei congiunti della vittima dagli avvocati Giovanni e Loreto Alessandro Marcangeli, mentre la Asl è stata difesa dall’avvocato Claudio Verini e i medici dagli avvocati Pierluigi Pansini, Antonio Pascale, Stefania D’Ignazio, Luigi Ranalletta, Arianna Andreetti e Anna Tantalo.