Avezzano. Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, dopo la presa di posizione sulle morti sospette di neonati all’ospedale di Avezzano da parte della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari, chiede una relazione dettagliata alla Asl. Sia la politica regionale, sia la Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila fanno comunque quadrato intorno al personale e ai reparti di maternità e pediatria. Leoluca Orlando (Idv), presidente della Commissione parlamentare, ha chiesto una relazione a Gianni Chiodi, Commissario ad acta per la Sanità, su due degli episodi finiti nei fascicoli della Procura di Avezzano e che hanno visto morire neonati per cause non ancora chiarite. «Ho chiesto che mi venga consegnata al più presto una dettagliata relazione», ha affermato Chiodi, «in modo da fare chiarezza sull’accaduto». Posizione sull’accaduto è stata presa anche dal consigliere regionale, Walter Di Bastiano, segretario della commissione Sanità, secondo cui «il centro nascita di Avezzano è efficiente e i pazienti sono seguiti nel migliore dei modi sia dall’equipe chirurgica, sia dalla neonatologia. I reparti di ostetricia e pediatria», ha spiegato, «sono in grado di risolvere ogni problema che si presenta loro davanti. Purtroppo si sta facendo molto clamore su una vicenda che ancora non è chiara ma che potrebbe non comportare responsabilità da parte dell’ospedale e dei propri medici. E’ vero che le complicanze possono esserci, ma non possono diventare sempre e automaticamente una colpa medica. In tal modo», ha aggiunto il consigliere regionale, «si crea un clima di sfiducia tra la popolazione nei confronti di un ospedale che strutturalmente è malandato, ma per quanto riguarda le professionalità è all’avanguardia Se Leoluca Orlando ne vuole invece farne una questione politica credo non sia utile a nessuno». Per il manager Asl Giancarlo Silveri, «delegittimare l’ospedale per questi episodi, che sono ancora tutti da chiarire è ingeneroso. I controlli spesso sono il sale che fanno lavorare meglio, quindi se ce ne sono ben venga, però bisogna stare attenti a non spaventare i pazienti senza che ce ne sia motivo. E’ necessario chiarire a chi vanno attribuite le responsabilità, se alla struttura ospedaliera o a terzi, e di questo si occuperà la magistratura, ma bisogna evitare di scaricare le colpe sul reparto di maternità o di pediatria che sono solo l’ultimo tassello di un puzzle più complesso come è una gravidanza». Con la chiusura della clinica Santa Maria, del gruppo Villa Pini, l’ospedale ha dovuto a far fronte da solo al gran numero di pazienti provenienti da tutta la Marsica. L’aumento è stato circa del 45 per cento e i parti sono passati da oltre 700 a quasi 1300 all’anno.