Canistro. Sulla morte dell’orso bruno marsicano sulla ex Superstrada del Liri, interviene Franco Zunino, segretario generale dell’Associazione italiana wilderness. Zunino ha scritto una lettera aperta al Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.
Egregio signor Ministro,
In Abruzzo è morto un altro orso marsicano! L’ennesimo! Uno dei tanti “morti che camminano”, visto che da decenni si allertano vanamente le autorità sul rischio sempre più elevato di questo tipo di incidenti. Peccato che, come sempre, queste “autorità” siano sempre sorde quando si tratta di dare ascolto a chi conosce bene il problema e con spirito NON disneyanamente animalista; ma con grande amore per questi animali, propone e ripropone la soluzione del problema: che non è il fatto che siano investi dalle auto o uccisi da cittadini esasperati per i danni che subiscono dalle loro aggressioni a pollai, conigliere, stalle nei paesi, orti, o per il timore di imbattercisi quando assalgono pattumiere e bidoni dell’umido urbano. Questo è solo l’effetto del problema, non la causa! La causa, come è sempre per ogni problema, finanche per le guerre, È A MONTE. E se non si va mai a monte del problema, il problema, quale esso sia, non lo si risolverà MAI. E gli orsi continueranno a morire, per la gioia (si fa per dire!) dei tanti e troppi studiosi che ci campano contando i morti per sottrarli ai vivi e stendere autorevoli relazioni e studi “scientifici” sull’Orso marsicano che tutto dicono, meno che dare la soluzione del problema! Soluzione del problema che è talmente banale e semplice che non servono più studiosi per risolverla, ma piuttosto il buon senso e il pensiero e l’esperienza di pastori, agricoltori e vecchi guardiaparco: RIPORTARE L’ORSO ALLE LORO MONTAGNE! AL LORO ANTICO RAPPORTO UOMO-ORSO!
Egregio signor Ministro, non dia retta a chi le propone le stupide ed inutile “comunità a misura d’orso” che si sono inventati i suddetti studiosi e le autorità che danno loro retta, per giustificare la presenza degli orsi nelle strade e nei paesi che non sanno risolvere (e le cui ragioni non hanno mai ritenuto di studiare: e ciò dovrebbe far capire molte cose!) – e così giustificare la loro mancanza di interventi opportuni: che sono quasi un omissione di soccorso! Perché tutte queste morti per incidenti con automobili o per illegali uccisioni avvengono perché gli orsi non vivono più nella loro storica “core area” dello storico Parco Nazionale d’Abruzzo, ma al suo esterno, dove da decenni emigrano nella speranza di trovare almeno lì ciò che non trovano più nel loro antico eden, quando, allora sì, l’orso viveva in un “comunità a misura d’orso”!
Egregio signor Ministro, oggi c’è una sola emergenza per salvare l’orso marsicano: abbattere casualmente cervi e cinghiali nella “core area” del Parco affinché le carcasse restino a disposizione dell’orso e li attirino e li facciano rientrare a casa loro nel più breve tempo possibile (e non già artificiali “foraggiamenti a scopo di prevenzione”: che per l’orso sono un’altra forma di condizionamento antropico!). Tanto più oggi che avendo le autorità (FINALMENTE!) autorizzato l’abbattimento di quasi 500 cervi nelle aree abruzzesi esterne ai Parchi, la loro macellazione sul luogo – come prevedono le leggi venatorie e le norme igieniche – diverranno altri attrattori per orsi e lupi. E intanto riprendere a creare quelle situazioni “a misura d’orso” che un tempo li mantenevano in quelle terre: seminando terreni, alcuni anche con i famosi, (bistrattati e, peggio, ignorati, ma che sono stati la più grande genialità che si potesse ideare per la gestione dell’orso marsicano) “RECINTI FINAMORE”… e riportare il più possibile greggi di pecore agli antichi pascoli oggi abbandonati per una assurda e distorta visione biologica delle comunità vegetali del Parco. Ed in primis anche provvedere a norme che riportino la quiete nella loro storica roccaforte, a costo di danneggiare il turismo. Perché se il problema esiste per Venezia, ancora più esiste per gli assai più delicati habitat dell’orso marsicano e per le sue “foreste vetuste”!
E, per favore, egregio signor Ministro, non dia ascolto a chi le sussurrerà di ampliamento di aree Parco e di “corridoi ecologici” (che peraltro non hanno bisogno di vincoli imperiosi, ma piuttosto di lasciarli quali essi sono, con le loro montagne e boschi e gli usi tradizionali che li hanno sempre caratterizzati!). Perché i vincoli richiesti impedirebbero proprio l’uso delle risorse naturali rinnovabili di cui l’orso ha bisogno, e non inciderebbero per nulla sulla possibilità di sopravvivenza dell’orso marsicano, mentre si rivelerebbero solo penalizzanti per le popolazioni locali abruzzesi e ciociare!
Caro Ministro Gilberto Pichetto Fratin, ci dia retta e non dia ascolto agli “scienziati” e ai loro autorevoli pezzi di carta, i quali diffondono solo fumo ed inutili soluzioni palliative che se piacciono agli animalisti, non risolvono affatto il problema! Non dia retta a chi le proporrà la costruzione di barriere autostradali o viadotti e ponti (la superstrada dove è morto l’orso dell’altro giorno è già tutta una serie – a costo zero! – di “ponti” sopra le gallerie e di viadotti in corrispondenza di rii e fossi); né si illuda che i cartelli stradali allertino sulla velocità da ridursi (che le stesse autorità spesso non rispettano!); e men che meno di tabelle, convegni e pubblicazioni per “educare” la gente locale all’amore per l’orso: se l’orso marsicano è giunto fino a noi è proprio perché gli abruzzesi, ciociari e molisani lo hanno sempre amato! La “comunità a misura d’orso” di cui si riempiono la bocca già esisteva, già esiste, senza che autorevoli studiosi ne enunciano la necessità, magari usufruendo di milioni di euro di progetti Life europei per mantenere vivo il carrozzone che dura da decenni!
Egregio signor Ministro, si rivolga piuttosto al popolo rurale abruzzese che di quella comunità fanno parte da millenni, che saranno ben lieti di darle i consigli gratuitamente di cui ha bisogno se vorrà aiutarci a salvare l’Orso marsicano!
Egregio signor Ministro, il mondo ci guarda. Guardi anche lei il mondo, e si rivolga ai suoi colleghi dei Paesi dove la gente vive con gli orsi bruni; e lo faccia anche per risolvere il problema degli orsi sloveni del Trentino!