Avezzano. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza con cui la Corte di Appello di Campobasso aveva assolto, ai sensi dell’art. 530, comma 2, c.p.p. (precedente “formula dubitativa” ) Loreto Scipioni e Luigi Tibaldi, i due chirurghi che nel marzo 2009 operarono l’imprenditore Eolo Serafini nell’ospedale di Avezzano e, secondo la denuncia dei familiari, ne causarono il decesso. Contro la sentenza di assoluzione hanno fatto ricorso alla Suprema Corte di Cassazione sia il Procuratore Generale di Campobasso che le parti civili. Nei giorni scorsi, i giudici di legittimità hanno annullato l’assoluzione sia sotto il profilo penale (anche se per il lungo lasso di tempo trascorso è intanto maturata la prescrizione) sia sotto il profilo civile, disponendo che la causa prosegua davanti alla Corte d’Appello.
La Procura generale della Cassazione, nella discussione, ha fatto rilevare come sia “macroscopica la carenza di motivazione” laddove i giudici di Campobasso hanno accertato il nesso tra l’operato dei chirurghi e il decesso del Serafini (secondo quanto indicato dal perito), ma hanno escluso la colpa. Parallelamente al giudizio penale, il Tribunale civile di Avezzano con una sentenza del marzo scorso ha condannato il chirurgo Loreto Scipioni e l’Azienda sanitaria locale a risarcire i danni causati agli altri familiari del Serafini contro la quale il dottor Scipioni ha proposto appello insieme alla Asl e alle imprese di assicurazione.