Avezzano. Non ci fu negligenza e i medici non ebbero nessuna responsabilità per la morte della piccola Denise, avvenuta sette anni fa. Il giudice del tribunale di Avezzano ha assolto con formula piena i tre medici dell’ospedale di Avezzano accusati di omicidio colposo. La morte della neonata, non poteva essere impedita dai pediatri Nando Di Renzo e Gabriella Bottone e dal primario del reparto di ginecologia, Giuseppe Ruggeri. I genitori avevano chiesto di conoscere la verità e capire cosa fosse accaduto quel terribile 18 giugno 2010. Avevano citato in giudizio anche la Asl di Avezzano, chiedendo un risarcimento di due milioni di euro. Il giudice del tribunale di Avezzano, Anna Carla Mastelli, ha emesso la sentenza dopo una lunga camera di consiglio mettendo fine a una vicenda giudiziaria durata sette anni. Assolti perché il fatto non costituisce reato la dottoressa Bottoni, difesa dall’avvocato Antonio Milo, e il dottor Di Renzo, assistito dall’avvocato Mario Flammini. Il primario Ruggeri, difeso dall’avvocato Franco Colucci, è stato assolto perché il fatto non sussiste.
Secondo l’accusa, la neonata morta avrebbe accusato un distress respiratorio. In pratica, sempre secondo la tesi accusatoria, non respirava bene e diminuendo la concentrazione di ossigeno nel sangue, il cuore non resse. La neonata nacque il 16 giugno del 2010, alle 17.45, all’ospedale di Avezzano. La madre era stata ricoverata nel reparto di Ginecologia, guidato da Ruggeri, dopo una gravidanza che non aveva dato problemi. Dopo il parto la piccola era stata trasferita e presa in cura dal reparto di Pediatria e neonatologia. Nei primi istanti di vita tutto sembrava andare per il meglio, ma la sera dello stesso giorno la bimba non era stata riportata dalla madre. Presentava delle difficoltà respiratorie e per questo i medici la sistemarono in un’incubatrice. La sera del giorno dopo ci fu il peggioramento. Dall’ospedale di Avezzano fu deciso il trasferimento nella divisione di terapia intensiva neonatale del policlinico di Chieti. Ma il 18 giugno alle 4.20 la piccola morì. I genitori chiesero da subito la verità sulla morte della piccola e presentarono una denuncia. Da qui l’inchiesta avviata dalla Procura di Avezzano che portò all’immediato sequestro delle cartelle cliniche e della documentazione sanitaria. La prima consulenza legale fu quella del medico Cristian D’Ovidio che eseguì un esame autoptico. Poi arrivò una seconda consulenza di un professore dell’Umberto I di Roma. Inizialmente furono diciotto le posizioni di medici e degli infermieri vagliate dalla sezione di polizia giudiziaria.