Magliano. “Si tratta soltanto di un caso isolato, di una moria che non è riconducile alla malattia della lingua blu”. Sul caso della moria di pecore avvenuta in due allevamenti di Rosciolo nei giorni scorsi interviene Confagricoltura che teme per l’indotto della zona. L’associazione di categoria teme che i clienti, soprattutto in vista della vendita degli agnelli per Pasqua, possano farsi condizionare da un singolo episodio che riguarda una sola azienda e che non ha nulla a che fare con la “lingua blu”, malattia tornata alla mente a causa della strage di ovini avvenuta nei due allevamenti di Rosciolo. La Confagricoltura sta addirittura valutando l’ipotesi di presentare una segnalazione per procurato allarme.
Gli esperti, da parte loro, pur in attesa dell’esito ufficiale delle analisi, hanno smentito sin dall’inizio l’ipotesi di “blue tongue” che si manifesta solo in zone molto calde e nei periodi di grande afa, caratteristiche non corrispondenti a quelle della Marsica e soprattutto di Rosciolo che si trova a quasi mille metri di altitudine.
La paura, però, è l’impatto psicologico dei clienti che potrebbero restare confusi dal singolo episodio e decidere di non comprare agnelli.