Avezzano. Il Salviano, un tempo passaggio obbligato per tutti coloro che da Avezzano volevano raggiungere i paesini della valle Roveto, oggi è diventato itinerario frequentato da numerosi ciclistici. La via che si snoda lungo le sue pendici ha assunto negli anni sempre maggiore importanza per i giovani sportivi che si appassionavano alla due ruote. Molti anni fa, sulla strada in terra battuta che conduceva al santuario, fu visto sfrecciare in salita, un ragazzo con una cesta di pane sulle spalle. Quel giovane di nome Vito, un giorno avrebbe gareggiato con i più forti e si sarebbe guadagnato il nome di “camoscio d’Abruzzo”. Allo stesso modo oggi, migliaia di appassionati percorrono gli stessi tornanti che conducono alla vetta in sella alla loro bici, diretti verso mete più o meno lontane. La Pietraquaria può rappresentare sia la conclusione di percorsi come il “giro di Tufo” o il “giro dei colli di Montebove”, adatti al cicloturista più spensierato, sia l’inizio di itinerari impegnativi come ad esempio il “giro di Forca d’acero”, indicato per gli atleti più allenati. Agli appassionati del fondo sterrato la montagna riserva differenti tracciati con crescenti livelli di difficoltà che, partendo dal quartiere “i frati” conducono alla “cima delle antenne” passando per “il prigioniero”, “lo zig zag” o la più famosa “via crucis”. Ancora una volta, il parco naturale del Salviano, si pone al centro della vita sportiva dei cittadini marsicani rappresentando una vera e propria palestra a cielo aperto per i ciclisti di ogni età. Antonio Conte