Pescina. Ha atteso che l’ex moglie e la figlia uscissero dal supermercato Todis di Pescina, dove si erano recate per alcune compere, e ha sparato contro di loro numerosi colpi con un revolver illegalmente detenuto, uccidendole sul colpo. Erano le 19 quando Veli Selmanaj, 46enne cittadino kosovaro residente a Pescina, bracciante agricolo in regola con il permesso di soggiorno, ha atteso che la ex moglie Fatime, 45 enne, e la figlia Senade, di 21 anni, anch’esse braccianti agricole di origine kosovara, uscissero dal supermercato Todis di via Terramozza dove avevano appena ultimato alcune compere prima di far rientro a casa.
L’agguato. Tutto si è consumato in pochi attimi: mentre le donne stavano per risalire a bordo della loro Ford Fiesta, alle loro spalle si è improvvisamente materializzato l’uomo che, impugnando un revolver, risultato poi illegalmente detenuto, ha fatto fuoco contro le moglie e figlia. Sono stati sparati cinque colpi, prima due contro la moglie, raggiunta al petto, poi tre contro la figlia, colpita alla testa e poi al torace con due colpi. Poi, Selmana è risalito a bordo della propria Fiat Punto allentandosi dal luogo dell’agguato. Immediato l’allarme lanciato dai titolari e dai clienti del supermercato, che hanno allertato carabinieri e il personale del 118. Questi ultimi, giunti poco dopo sul posto, non hanno potuto far altro che constatare il decesso delle due donne, entrambe colpita da proiettili al torace.
Le ricerche. E’ scattata, così, un’imponente caccia all’uomo: sono bastati pochi minuti perché i militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Avezzano, coordinati dal comandante Enrico Valeri, lo rintracciasse a bordo della sua Fiat Punto davanti a un bar di Venere di Pescina. All’interno della vettura veniva rinvenuta anche la presunta arma del delitto, un revolver di fabbricazione tedesca calibro 22 illegalmente detenuto, nonché numerose cartucce dello stesso calibro. In breve tempo giungevano sul luogo del duplice omicidio il procuratore della Repubblica di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato e il sostituto Guido Cocco, che hanno assunto la direzione delle indagini, e personale del Reparto Operativo del Comando provinciale per i rilievi tecnici. Espletate tutte le formalità di rito, Selmanaj è stato dichiarato in stato di arresto per omicidio e rinchiuso nel carcere di Avezzano.
Il movente. Alla base del gesto ci sarebbero rancori nei confronti dei familiari. Il bracciante agricolo era stato denunciato dalla moglie per violenza sessuale nei confronti della figlia e con un dispositivo del tribunale di Avezzano era sottoposto al divieto di avvicinamento a Fatime e alle ragazze. Proprio la moglie lo aveva accusato di atti di violenza anche nei confronti della giovane uccisa.
La testimonianza. La commessa del supermercato dove è avvenuto l’assalto, è stata una delle ultime persone a vedere in vita le due donne “La signora ha pagato la merce ed insieme alla figlia si apprestava ad uscire verso la porta scorrevole” ha esclamato la donna dopo l’interrogatorio dei carabinieri, ancora scossa dall’accaduto “Una volta uscite, ho sentito dalla cassa delle grida: “Aiuto aiuto”. Poi gli spari. Una questione di attimi. Al rumore dello sparo, tutti coloro che si trovavano dentro, intimoriti, sono scappati verso la parte più interna del supermercato. Quando sono uscita, ho visto i corpi delle donne per terra, pieni di sangue” gli occhi chiari della commessa erano ormai straziati, dopo i racconti ripetuti a telecamere e forze dell’Ordine.
Femminicidio. Si tratta del primo caso di femminicidio in Abruzzo a soli due giorni di distanza dalla conversione in legge del decreto che prevede le misure di provvedimento contro gli atti intimidatori e di violenza, le persecuzioni e lo stalking ai danni delle donne.
La famiglia. La coppia aveva sette figli in totale; ora sei figli, alcuni dei quali sono minorenni, si trovano senza madre e senza padre. Tutti sono inseriti in Italia in modo ottimo, studino nelle scuole di Avezzano e hanno molti amici e una vita sociale normale. Alcuni di loro lavorano e Senade lavorava come bracciante insieme alla madre.
Il paese. Un’aria cupa invade la città di Pescina dopo il tragico evento di ieri. La morte di Fatima e Senade ha lasciato un segno indelebile negli animi dei concittadini. Durante l’interrogatorio dei carabinieri, l’ex marito della donna, Veli Selmanaj, ha confessato la sua colpevolezza. Maurizio Di Nicola, primo cittadino di Pescina, ha espresso la sua solidarietà verso la famiglia: “A volte quando è lo Stato a prendere le misure contro fatti che riguardano l’intera popolazione come il femminicidio, sembrano realtà lontane da piccole comunità raccolte, dove ci si conosce tutti, come lo è il comune di Pescina; invece sono situazioni che purtroppo dobbiamo vivere anche noi e che ci toccano in modo cosi doloroso e violento”, ha affermato il primo cittadino, “I sei figli rimasti orfani sono tutti ragazzi perbene e data la pesantezza del caso, la situazione sarà gestita dalla comunità locale e dagli assistenti sociali, dato che tra figli ci sono anche dei minori”. La macchina di Fatima, una Ford Fiesta nera, è stata portata via.
Servizio di Raffaele Castiglione Morelli