Ovindoli. Rinviati a giudizio l’ex sindaco, il suo vice, i due suoi assessori e lex segretario comunale. L’accusa è di abuso d’ufficio per aver assunto la moglie del primo cittadino alla polizia municipale. Nei guai è finito Pino Angelosante, sindaco del comune di Ovindoli nella passata legislatura. Da non confondere con l’attuale sindaco Simone Angelosante.
Secondo il pm Vincenzo Barbieri, che ha coordinato le indagini svolte dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, la moglie del sindaco sarebbe stata assunta come vigile urbano nel comune di Cappadocia senza rispettare le procedure previste dalla legge per l’accesso nella pubblica amministrazione, in barba a quanti come lei o più di lei meritassero l’ambito posto. Insieme al primo cittadino sono accusati anche l’allora vicesindaco Marco Iacutone, gli ex assessori Carlo Bianchini e Berardino Polla, e l’ex segretario generale Cesidio Falcone.
L’ex indaco Pino Angelosante, secondo la procura di Avezzano, per avvantaggiare la coniuge, avrebbe modificato una delibera insieme agli ex assessori Bianchini e Polla (la numero 29 del 26 marzo 2012), disponendo l’assunzione di un agente di polizia municipale categoria C (il posto da ricoprire in origine era da comandante polizia municipale categoria D) e richiedendo, inoltre, il nulla osta per lo scorrimento della graduatoria, proprio in virtù del fatto che la moglie fosse, a questo punto, la prima nella graduatoria.
I fatti risalgono a dicembre 2012 quando c’era stata l’assunzione della moglie del sindaco eludendo “le procedure previste dalla legge per l’accesso nella pubblica amministrazione” e di conseguenza “escludendo altre persone aventi diritto al posto”. Ottenendo, sempre secondo le indagini, “un ingiusto vantaggio patrimoniale”. Gli indagati avrebbero compiuto una serie di violazioni per sostituire l’ex comandante della polizia municipale, andato in pensione dal primo luglio 2011. L’allora sindaco Pino Angelosante, infatti, secondo gli inquirenti, per avvantaggiare la moglie avrebbe modificato la delibera del 26 marzo 2012 insieme agli assessori Bianchini e Polla disponendo l’assunzione di un agente di polizia municipale categoria C. Il posto da ricoprire in origine era quello da comandante della polizia municipale categoria D. Un provvedimento adottato 19 ottobre 2012. Lo stesso giorno, l’ex segretario Falcone aveva formulato una richiesta al Comune di Cappadocia per il nullaosta allo scorrimento della graduatoria di assunzione di un vigile. Una convenzione tra i due comuni sottoscritta anche dal vicesindaco Iacutone. L’ex sindaco Pino Angelosante, sempre secondo l’accusa, sapeva che la moglie era la prima in graduatoria nel concorso al Comune di Cappadocia quale agente di categoria C, così come lo sapeva l’ex segretario Falcone perché avevo fatto parte della commissione del concorso al Comune di Cappadocia avvenuto quattro anni prima. Una richiesta accettata, dallo stesso comune, proprio il 19 ottobre.