Avezzano. E’ accusato di aver venduto due case e alti immobili alla madre alla somma di un euro per evitare che l’erario le prendesse a causa di un debito pregresso e di aver fatto false fatturazioni al fine di evadere di imposte tramite finta pubblicità allo stadio. Guai giudiziari per il presidente dell’Avezzano calcio, Gianni Paris, che ieri è stato raggiunto da una misura cautelare di interdizione con divieto d’esercizio d’impresa per un anno.
Le indagini. Sono state eseguite dalla guardia di Finanza della compagnia di Avezzano. Il legale marsicano deve rispondere di false fatture e distrazione di beni aggredibili per debiti d’imposta ed è stato sottoposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avezzano, Mario Cervellino, a un divieto di esercizio d’impresa per un anno. La richiesta è stata avanzata dal sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato, che coordina l’inchiesta.
Le accuse di false fatture. Le indagini riguardano, per quanto concerne la vicenda delle fatture, la società calcistica e la pubblicità in forma di cartellonistica fatta da Paris nelle stagioni che vanno dal 2016 al 2019. Secondo gli accertamenti, il presidente dell’Avezzano, al fine di consentire l’evasione delle imposte sui redditi e dell’Iva realizzate agendo come legale rappresentante dell’Avezzano calcio, “emetteva fatture per operazioni inesistenti in favore di se stesso, in qualità di libero professionista in quanto avvocato”. Pubblicità cartellonistica che secondo la tesi accusatoria non è stata mai svolta.
Secondo l’accusa, la polizia giudiziaria avrebbe rilevato che soltanto in limitate ipotesi il pagamento della fattura è riscontrabile dall’analisi dei conti correnti. Per tale motivo gli investigatori presuppongono che “le operazioni economiche fatturate non fossero esistenti e che nei pochi casi in cui vi era stato un effettivo trasferimento di denaro si era trattato di elargizioni liberali”.
Nella stagione calcistica 2016-2017 sono contestate fatture per un totale di 44.900mila e 38mila euro, mentre per le restanti oltre 60mila euro complessivi. Paris avrebbe mirato a ottenere, secondo le indagini, delle detrazioni a suo vantaggio con fatture false per operazioni inesistenti e quindi per pubblicità inesistente.
Le accuse di distrazione. Secondo il sostituto procuratore Cerrato, Paris avrebbe distratto beni per un debito erariale saldato solo in parte. Si sarebbe sottratto al pagamento delle imposte sui redditi, sul valore aggiunto e sulle relative sanzioni e interessi accertati con una verifica fiscale per gli anni 2012, 2013 e 2014. Per evitare che la somma mancante venisse acquisita, secondo la Procura messo in atto “atti fraudolenti idonei a rendere inefficaci le procedure di riscossione dei crediti vantati dall’Erario nei suoi confronti”. Per fare ciò, secondo l’accusa, con un atto notarile del 2018 avrebbe venduto alla madre al prezzo simbolico di un euro due appartamenti e altri immobili.
Il presidente dell’Avezzano si difende e si dice sicuro di poter dimostrare la regolarità delle operazioni. “Ignominia più grande non potevo riceverla”, ha dichiarato il legale di Avezzano, “mi riferisco all’accusa di false fatturazioni dall’Avezzano Calcio al mio studio legale. Ad ogni fattura di vendita di spazi pubblicitari emessa dal club negli anni 2016, 2017, 2018 vi è stato il relativo versamento da parte del sottoscritto. Mi accusano che non ci sarebbe la cartellonistica pubblicitaria correlata. Beh, basti vedere le partite in quegli anni per verificarlo. O le foto qui sotto.
Per il resto, dovendo ancora corrispondere circa 480.000 euro all’erario – della multa relativa agli anni 2012, 13 e 14 – proporrò la prossima settimana una soluzione al fine di estinguere il debito. Ho capito sulla mia pelle che essere un personaggio pubblico non è facile. E nel bene o nel male bisogna accettare questo ruolo. Nella vita si sorride, si piange e si è felici. Non bisogna mollare mai. Penso a quando sei in bici e la salita ti sta per costringere a mettere un piede a terra. Ecco” conclude il patron biancoverde, “non è il momento di fermarsi”.