Avezzano. Sono stati ascoltati dal giudice e, secondo la parte offesa, hanno confermato il loro racconto dei fatti avvenuti a metà febbraio dello scorso anno. Si è tenuto ieri l’incidente probatorio per il processo per tentato omicidio a carico del titolare di un bar del centro, C.F., 54 anni. Un minorenne marocchino era finito in coma dopo essere stato preso a sprangate durante la notte non distante dal noto locale, in pieno centro ad Avezzano. Le condizioni del ragazzo, ricoverato in rianimazione all’ospedale ‘San Salvatore’ dell’Aquila, erano state definite critiche e oggi ancora porta i postumi neurologici della sprangata alla testa. I carabinieri avevano cercato di far luce e interrogato numerose persone. Ad aggredire il marocchino, dopo una prima lite al bar, secondo la parte civile, difesa dall’avvocato Franco Colucci, erano state 3 o quattro persone arrivate su un’auto. Tra questi anche il titolare del bar. Gli altri non sono mai stati identificati.
Ieri sono stati ascoltati due amici del marocchino ferito, che quella sera erano con lui. Non è stato possibile reperire il terzo ragazzo che è partito in Francia dove è ricercato dalle autorità locali. E’ stato necessario limitarsi ad acquisite le sue testimonianze di allora. L’accusa per l’indagato, difeso dall’avvocato Antonio Milo, è di tentato omicidio e l’incidete probatorio si è tenuto davanti al giudice del Tribunale di Avezzano, Maria Proia e al pm Vincenzo Barbieri. Secondo il difensore, i test si sono contraddetti in molti passaggi e l’incidente probatorio è stato favorevole all’indagato. Prima del pestaggio, secondo le indagini dei carabinieri, sembra che alcuni stranieri avessero fatto irruzione nel bar pretendendo del denaro. Dopo essere stati mandati via sarebbero tornati con delle spranghe, picchiando il padrecarabinieri operazione del titolare del bar. Subito dopo la contro-aggressione poco distante dal locale. Tutte tesi ancora da dimostrare.