Scanno. “Credo che per dare risposte sia più adatto a farlo il soggetto più vicino al cittadino. Il problema più forte è la sanità, è un tema che c’è ovunque e che si esaspera nei territori montani. Abbiamo previsto vantaggi fiscali e quindi maggiori indennità per far venire medici ma anche professori e maestri nei territori montani. O questo lo si fa velocemente attraverso la Regione o se aspettiamo lo Stato, rischiamo nel frattempo di chiudere baracca e burattini.
C’è bisogno di dare qualcosa in più, facendo intervenire la Regione si possono avere risposte in termini di maggiore celerità e maggiore corrispondenza rispetto al territorio. L’Abruzzo è un esempio di bipolarismo politico, c’è stata sempre alternanza: i dati del Pil procapite dicono che rispetto al resto del sud questa è un esempio: quindi non è vero che il Mezzogiorno non può crescere, dipende da chi ha in mano la scopa. Io spero che il colore qui resti lo stesso”. Così il ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli a Scanno per le celebrazioni della Giornata internazionale della Montagna, al termine della tre giorni dedicata alla montagna, intervistato da Marco Cremonesi del Corriere della Sera.
“Il cittadino paga le tasse per avere dei servizi ma nessuno ha scritto quali diritti deve avere: noi siamo riusciti a scrivere l’elenco dei diritti, mettendo accanto il costo del fabbisogno standard. Credo questo significhi innalzare il livello di civiltà: che lo Stato si faccia carico di tutte le realtà è un salto qualitativo notevole. La resistenza c’è perchè qualcuno fino ad oggi ci ha marciato. Nella sanità, per esempio, il riparto del Fondo sanitario nazionale che viene fatto con l’intesa tra tutte le Regioni non giustifica il perchè in determinate aree i cittadini non si facciano curare, perchè non si fidano e facciano i viaggi della speranza in altre regioni. Che fine fanno quelle risorse? Il concetto di ‘Regioni canaglia’ è superato ma rimane una volontà di non fare chiarezza; la nostra è una operazione trasparenza e verità che va di traverso: se scegli che al posto del luminare assumi 10 mila barellieri, quello è un voto di scambio e nel momento dell’emergenza hai il barelliere non il luminare”.
“Io sono da tanti troppi anni in politica e di concretezza ne ho vista poca. Premierato e Autonomia: io sono convinto che il premier debba essere scelto dai cittadini e non nelle segrete stanze dai partiti. E vorrei che tutte le Camere lavorassero non solo sui decreti legge come avviene oggi, ma anche su riforme strutturali. Per una riforma serve una è legge ordinaria, per l’altra una riforma costituzionale ma non vedo perchè in questa legislatura non si possano fare entrambe, premierato e Autonomie regionali, di pari passo”.