Trasacco. Minacce ai fratelli gay, Marsica LGBT: il coraggio di denunciare rompe il muro del silenzio.
“Le notizie che arrivano da Trasacco e, nelle ultime ore, da Civitella Roveto, ci restituiscono l’immagine di una Marsica che sta cambiando. Le minacce ai due fratelli e il lancio di oggetti contro l’abitazione di un giovane non sono solo episodi di intolleranza da condannare, ma segnali inequivocabili di qualcosa di più profondo: il velo del silenzio si sta squarciando”. Hanno dichiarato i membri di Marsica LGBT OdV – ETS.
“Fino a poco tempo fa, questi episodi sarebbero rimasti sepolti nella paura e nella vergogna delle vittime, taciuti per il timore del giudizio o di ritorsioni. Oggi, invece, vengono denunciati. Alle forze dell’ordine e all’opinione pubblica.
Come Marsica LGBT, leggiamo in questa nuova capacità di reazione anche i frutti dell’Abruzzo Pride che, lo scorso giugno, ha attraversato le strade di Avezzano. Quell’onda di orgoglio non è svanita il giorno dopo, ma ha sedimentato nelle persone la consapevolezza che non si deve più subire in silenzio. Quella che vediamo emergere è solo la punta di un iceberg fatto di pregiudizi radicati, che ora finalmente viene alla luce perché le persone hanno trovato il coraggio di dire “basta”.
Alle vittime di Trasacco e al giovane di Civitella Roveto va il nostro abbraccio e il nostro ringraziamento: il vostro coraggio è un atto politico che aiuta tutta la comunità a crescere.
Tuttavia, il coraggio dei singoli non può bastare. Se i cittadini sono pronti a denunciare, le istituzioni devono essere pronte a rispondere con strumenti adeguati, non solo con la solidarietà a posteriori. Apprezziamo le parole del Sindaco di Trasacco, Cesidio Lobene, e ci aspettiamo una presa di posizione altrettanto chiara dal Sindaco di Civitella Roveto, Luciano Scalisi. Ma ora serve un salto di qualità.
Ai Sindaci e alle amministrazioni della Marsica chiediamo di cogliere questo momento storico per avviare gesti concreti di educazione al rispetto:
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Portare l’educazione alle differenze e al rispetto nelle scuole, per prevenire l’odio prima che si formi.
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Adesione formale alla rete RE.A.DY (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni), per chi non lo avesse ancora fatto, come segnale politico inequivocabile.
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Creare spazi di ascolto e supporto.
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Promuovere iniziative culturali che spieghino che la diversità è una ricchezza, non una minaccia.
Il vaso di Pandora è stato scoperchiato: l’omofobia esiste anche nei nostri paesi, ma oggi abbiamo la forza e gli anticorpi per combatterla alla luce del sole. Noi ci siamo, le vittime stanno parlando. Ora tocca alla politica fare la sua parte”.








