Avezzano. La Micron Technology ha annunciato la cassa integrazione per 1.300 dipendenti. La multinazionale americana ha inoltrato formalmente alla Confindustria della Provincia dell’Aquila la richiesta di aprire la procedura di cassa integrazione ordinaria per i dipendenti del sito di Avezzano, per la durata di tredici settimane a partire dal 14 novembre. Il ricorso alla cassa integrazione è stata necessaria, secondo l’azienda, “per far fronte a una situazione di scarico produttivo legata alle dinamiche del mercato dei semiconduttori e dei sensori Cmos”. Le modalità saranno oggetto di confronto con i sindacati nell’incontro previsto probabilmente nei primi giorni della prossima settimana. Le commesse stanno calando anche per la crisi globale dei mercati. Micron Technology Italia impiega circa 1800 addetti ed è una delle maggiori realtà che offre opportunità di lavoro nella zona di Avezzano e dintorni. Era il 1998 quando la Micron arrivò ad Avezzano per insediarsi nel principale nucleo industriale della Marsica. Il gruppo di Boise (Idaho) rilevò i centri produttivi che la Texas Instruments aveva nel mondo, tra cui il nuovo e moderno stabilimento avezzanese. La struttura era stata aperta solo sette anni prima e conservava per questo anche una “dote” di 500 miliardi di vecchie lire come contributo pubblico non utilizzato. L’arrivo inaspettato della multinazionale americana spiazzò tutti. La Micron, infatti, esordì comunicando al Governo italiano di voler rinunciare al finanziamento pubblico. L’obiettivo principale fu, infatti, quello di riconvertire la produzione agli standard di innovazione e qualità necessari per essere competitivi in un settore molto avanzato. Nel giro di 20 anni, infatti, una quarantina di gradi produttori, nonostante il boom delle richieste di semiconduttori e memorie Ram, abbandonarono il settore. Oggi produce ad Avezzano soprattutto sensori d’immagine. E’ in corso una vertenza sindacale che vorrebbe riportare i turni di lavoro alle 8 ore anzichè le attuale 12 ore.