Avezzano. Tempi duri per la vertenza Micron e trattativa saltata tra azienda e sindacati. La discussione è stata interrotta e ora le parti sociali inizieranno le assemblee con i lavoratori. Alla base della netta spaccatura ci sarebbe la chiusura dell’azienda su questioni definite dai sindacati “fondamentali”. Così, in modo unitario, le parti sociali hanno deciso la chiusura del tavolo con la multinazionale che, secondo i sindacati, aveva messo in ballo solo questioni definite «secondarie». Il veto dell’azienda, invece, riguardava la turnazione da dodici ore. Ora la situazione della multinazionale americana, che già doveva fare i conti con l’instabilità del mercato dei sensori e delle memorie e che si è limitata a un laconico “No comment”, è diventata ancora più difficile. i sindacati si dicono pronti a tutto per evitare che venga riconfermato l’assetto aziendale con i turni da 12 ore. La piattaforma sindacale è saltata durante un incontro che avrebbe dovuto, al contrario, portare la Micron e le parti sociali (esclusa la Fismic per la mancata firma della bozza aquilana) alla sigla di un accordo sperimentale per un anno da sottoporre ai lavoratori. Secondo una nota inviata ai lavoratori dalla Fim Cisl, invece, «l’azienda ha presentato dati inadeguati rispetto alle richieste del sindacato». L’azienda, infatti, sempre secondo i sindacati, ha confermato di voler discutere soltanto delle questioni riguardanti le assenze, i premi e il part-time. Riguardo alle assenze, la Micron ha stabilito di monitorare e sanzionare i dipendenti con più di tre assenze in un anno solare. L’incentivazione, invece, andrebbe a coloro che svolgeranno il turno da dodici ore con particolare riguardo per la seconda notte (evitando i casi delle assenze coincidenti con le feste patronali o nazionali e durante il weekend, venerdì e domenica notte). Gli incentivi varierebbero tra i 6 ed i 9 euro in più rispetto all’attuale maggiorazione prevista dall’accordo del 1999. Si parla quindi di 300 euro lordi all’anno. Soldi che, secondo i sindacati, deriverebbero da una decontribuzione tramite decreto legislativo attuativo italiano del premio aziendale. Un altro punto trattao nell’incontro riguardava l’allargamento della quota del part-time sulla seconda notte (superiore al 3 per cento di legge). Infine «il tanto sbandierato turno sperimentale delle otto ore», si legge nella lettera della Cisl, «dovendo girare su sei squadre, avrebbe coinvolto sperimentalmente soltanto 24 operatori turnisti con almeno 15-20 anni di anzianità in clean-room». Per tutte queste ragioni, «non potendo esplorare altri punti della piattaforma sindacale a causa del veto assoluto da parte dell’azienda», i rappresentanti dei sindacati, Alfredo Fegatelli (Fiom-Cgil), Antonello Tangredi (Fim-Cisl), Michele Paliani (Uilm-Uil), hanno deciso di rompere ufficialmente la trattativa e di spiegare nelle assemblee con i lavoratori le azioni di lotta da intraprendere. Tra le prima dure azioni dei sindacati ci sarà la presentazione al Ministero del quesito riguardante la deroga al contratto nazionale del lavoro per i turni di dodici ore che, senza la firma delle parti sociali, secondo i sindacati non è attuabile. Le dodici ore furono adottate con uno storico e inedito accordo in Italia nel 1999.