Avezzano. A infuocare il dibattito già caldo sulla questione dei turni di dodici ore alla Micron arrivano le dichiarazioni del responsabile delle risorse umane dell’azienda, Raffaele Credidio, su “Il Sole 24 ore” in cui illustrava gli aspetti positivi dell’attuale turnazione. Sul blog dell’azienda i messaggi di contestazione sono stati centinaia. Ora il manager chiarisce il senso del suo intervento. Le dichiarazioni di Raffaele Credidio hanno fatto intasare il forum dedicato ai feedback con cui i lavoratori esprimono pareri sull’organizzazione del lavoro. Ma in questo caso l’oggetto del post si riferisce alle affermazioni in cui il responsabile delle risorse umane dichiara di avere difficoltà a trovare un lavoratore disposto a fare le otto ore. In pochi giorni, però, oltre duecento persone su novecento turnisti hanno dichiarato di essere favorevoli alla normale turnazione europea delle otto ore. Per voce del responsabile della comunicazione, Claudio Mari, Credidio spiega che «il riferimento era al job posting aziendale». Si tratta di una delle modalità con cui si offrono incarichi di lavoro ai dipendenti, spesso riguardanti il passaggio dai turni di dodici ore al lavoro giornaliero di otto. «In quei casi», afferma l’azienda, «è difficile trovare personale disposto a fare questo passaggio e quindi ad abbandonare le dodici ore in clean room per un lavoro giornaliero con le otto ore». «Il manager Credidio», affermano Andrea Campione e Luigi Abruzzo delle Rsu, che invece si riferiscono a un passaggio da dodici a otto ore dei turnisti e non dei giornalieri, «non entra in clean room – il luogo incontaminato della produzione dei chip dove i lavoratori indossano tuta e cappucci anche di notte per dodici ore – da circa un decennio, quando ancora si lavorava su chip a sei pollici. Pertanto», sottolineano i due sindacalisti, «è decisamente fuori luogo arrogarsi il diritto di sapere ciò che pensano i turnisti senza chiederglielo». Secondo le Rsu, inoltre, «anche quando il sindacato ha chiesto ai dipendenti di fare sacrifici in nome degli investimenti, i lavoratori, a denti stretti, hanno abbassato la china e per dodici anni svolto turni che a lungo andare logorano il recupero psicofisico». «Il problema», si legge nel forum aziendale, «non è lavorare due notti consecutive da dodici ore, ma recuperarle», cioè far tornare l’organismo al ritmo metabolico normale durante i riposi. Ciò, secondo i sindacalisti, produrrebbe un grande assenteismo notturno che, in percentuale, è il triplo di quello giornaliero. «Dire che l’attuale turnazione è stata sposata in pieno», concludono Campione e Abruzzo, «è una falsità. Sarebbe stato più corretto dichiarare che in un territorio come quello marsicano in cui l’unica economia è l’agricoltura, i lavoratori pur di avere un posto di lavoro hanno accettato turni massacranti».
Intanto Fim Fiom e Uil, unitamente alla Rsu della Micron, durante una riunione, sulla comunicazione di trattativa di II livello inviata dall’azienda, sostengono che i documenti presentati dalla Micron sono stati giudicati irricevibili per quattro motivi: “la Direzione aziendale ripropone a prescindere l’attuale organizzazione del lavoro su turni di12 ore; non contemplano assolutamente una strategia industriale d’investimenti; punta all’annullamento degli accordi precedenti; peggiora le relazioni sindacali in tema di diritti”. “Nonostante abbiano giudicato irricevibile i documenti aziendali”, spiegano i sindacati, “con senso diresponsabilità presenteranno una proposta alternativa da sottoporre ai lavoratori”.