Avezzano. È stato un messaggio annunciato col cuore e non «un messaggio di testa», quello annunciato dal vescovo dei Marsi, Pietro Santoro, in vista della Pasqua. Ha abituato da tempo i marsicani a prese di posizione schiette e decise, monsignor Santoro, e ieri ha confermato il suo atteggiamento da uomo di Chiesa vicino alla gente, senza dimenticare, in vista delle elezioni, di lanciare un appello alla resposabilità nei confronti dei politici. Il suo messaggio, come ha sottolineato, è «partito dal cuore di credente», Ha sottolineato come la Pasqua non sia «l’adesione a una teoria o a un sistema di valori, ma l’adesione centrata con l’incontro con una persona, il Cristo morto e risorto». «Credere e incontrare il Vivente», ha affermato il vescovo, «significa seguire la strada di chi assume il dolore di ogni uomo e torna a vivere. Dire “Cristo il Vivente” è sconvolgente per la ragione, però è altrettanto vero che significa vivere la propria fede come la sequela di chi chiede che il suo Vangelo torni a plasmare la società. Al di fuori e dentro questo rinnovamento della fede», ha aggiunto Santoro, «ognuno di noi deve entrare profondamente in quello che in questi giorni rivivremo». Ha poi citato un quadro di Brughel dal titolo “L’andata verso il calvario”, dove ci sono circa cinquecento persone e un clima da sagra di paese, mentre Cristo è in un angolino e a malapena si vede. «È un quadro provocante», ha spiegato il vescovo Santoro, «perché il rischio è proprio quello di non avvertire più il dramma, la lotta tra il bene e il male e di rendere Cristo un personaggio di folclore o un quadro appeso alla parete. In realtà Cristo», ha sottolineato il vescovo, «ci chiama a morire con lui e a risorgere con lui. Il mio augurio è che si torni a guardare il Cristo che muore oggi nell’uomo. La Pasqua non è solo una data che ci cade addosso ma è molto di più. Con Cristo tutto è possibile». A un mese dalle elezioni ha inoltre lanciato un appello al mondo della politica arriva dal vescovo Pietro Santoro durante l’incontro per il messaggio di Pasqua. «Abbiamo bisogno di persone che scelgano la politica unicamente nella dimensione dell'”essere per”», ha affermato il vescovo dei marsi, «in questo momento storico la politica oltre a chiedere capacità, professionalità e competenza esige soprattutto di un diverso modo di guardare agli altri, di guardare alle persone». Ispirandosi alla sua lettera pastorale, Santoro ha aggiunto che «chi si impegna in politica deve essere un distributore di pane e non di coriandoli, perché la società civile ha bisogno di pane». E il pane per il vescovo deve essere lontano dalla corruzione, perché «significa cultura, assistenza a chi soffre, lavoro».