Avezzano. Mesi di maltrattamenti, minacce, lesioni personali, aggressione e anche porto abusivo di armi. Con queste accuse è stato condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione M.T., 30 anni, di Balsorano ma originario di Sora.
L’incubo, per una famiglia di Magliano, era cominciato, secondo quanto emerso nel corso del processo, nel 2018, a seguito di una relazione tra l’imputato e una ragazza del posto. Dopo una prima fase, sempre secondo l’accusa, erano iniziate delle vessazioni e delle intimidazioni a tutta la famiglia della giovane marsicana. Erano dovuti intervenire più volte anche i carabinieri per sedare delle liti. Il padre della ragazza aveva tentato più volte di allontanare il giovane, senza però riuscire nell’intento.
Delle colluttazioni si erano verificate all’interno delle mura domestiche e il padre era anche finito in ospedale.
Si era verificata anche un’aggressione e il genitore della ragazza aveva riportato delle fratture. A seguito della lunga serie di pressioni fisiche e psicologiche, la famiglia si era rivolta alle autorità.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Lara Seccacini, erano scattate a seguito delle ripetute denunce da parte del padre della ragazza e avevano portato prima l’allontanamento e poi, a seguito di ulteriori pressioni, l’arresto dell’accusato. Ora è arrivata la sentenza di condanna in primo grado a 2 anni e 4 mesi di reclusione emessa dal giudice Marianna Minotti. La parte civile era assistita dall’avvocato Emilio Amiconi, mentre l’imputato era difeso dall’avvocato Luca Pellegrini del foro di Pescara. E’ stato disposto il risarcimento per le parti civili per 5mila euro.