Casa Vinicola Monteselva
65013, Città Sant’Angelo (Pescara)
Via Nilo, snc
Tel. 0854681090
www.monteselva.it
Ettari vitati: 160 presi dai conferitori storici
Produzione annuale: 100.000 bottiglie
Biologico: no
Cantina: visitabile
Ristorante o camere: no
Giunta alla terza generazione di enocultori, l’azienda agricola vinicola Monteselva è un’importante realtà proveniente da Città Sant’Angelo e che, anno dopo anno, consolida la sua posizione all’interno del panorama imprenditoriale abruzzese. Dedita alla cura e alla coltivazione dei vitigni autoctoni di pecorino, trebbiano e montepulciano, nel 2017, in occasione del Vinitaly a Verona, è stata inserita all’interno del “5 Star Wines – The Book”, prima edizione dell’unica guida realizzata da una fiera internazionale del vino. A ottenere il prestigioso riconoscimento il Cerasuolo d’Abruzzo Dop 2016. Obiettivo primario della casa vinicola Monteselva è quello di realizzare vini naturali, non costruiti e, quindi, privi di una quantità rilevante di solfiti. “Nei nostri vini si riconosce l’uvaggio. Vendemmie ben gestite e la giusta tecnica in cantina, rispettosa dell’uva, li rende poi delicati e piacevoli al palato. Soprattutto i bianchi o il Cerasuolo che ha sempre ottenuto importanti riconoscimenti in numerosi contesti”. C’è tutta la soddisfazione dell’enologo Nicola Dragani nelle parole con le quale descrive i prodotti della cantina Monteselva da Montesilvano. Come tiene a precisare, il vino abruzzese si sta dirigendo verso vini sempre più morbidi, molto beverini. Il mercato lo richiede. “Noi cerchiamo di accontentarlo senza snaturare troppo le uve autoctone della nostra regione. Sul montepulciano si sta lavorando molto, sui cerasuoli si sta investendo di più, si stanno facendo ottime spumantizzazioni”, prosegue Dragani, “e il mercato ci premia, in Italia e all’estero, con numeri in continua crescita”. Forse anche per l’indubbio rapporto qualità-prezzo che, fin dagli esordi, contraddistingue questa efficiente cantina pescarese. Non manca, però, una critica al sistema di tutela del vino regionale, piuttosto deficitario e lacunoso, a detta di Dragani. “La politica di tutela del vino abruzzese è arrivata tardivamente rispetto ad altre regioni come la Toscana, ad esempio, dove il consorzio di tutela è attivo da quaranta anni. Da gennaio per tutte le DOC vige il regolamento della fascetta da mettere sulle bottiglie. Il problema è che si trova il Montepulciano svenduto a prezzi da incoscienti, ecco perché occorre anche una politica sanzionatoria per iniziare a frenare questa vendita scellerata. C’è bisogno di una maggior vigilanza”, conclude.
La Quercia
64020, Morro D’Oro (Teramo)
C.da Colle Croce
Tel. 0858959110
www.vinilaquercia.it
Ettari vitati: 52.00
Produzione annuale: 250.000
Biologico: no
Cantina Visitabile: si
Camere: no
Ristorante: no
Una storia di amicizia e passione per il vino, quella che lega Elisabetta Di Berardino, Antonio Lamona, Luca Moretti e Fabio Pedicone, coloro che all’inizio degli anni 2000 decisero di rilevare la piccola azienda agricola La Quercia con l’ambizione di ritagliarsi uno spazio all’interno della realtà vinicola abruzzese. L’impresa, che ad oggi può contare circa 12 ettari di vigneto, svela un metodo di lavorazione delle vigne vocato all’artigianalità; queste, infatti, vengono trattate il meno possibile al fine di offrire un sapore il più vicino possibile alle caratteristiche autoctone delle uve. A partire dal 2005 La Quercia è presente anche sul mercato estero, con esportazioni in tutta Europa, nord America, Giappone e Cina. “Siamo la prova provata che per realizzare un’azienda vinicola di successo non bisogna essere individualisti”. Inizia con una battuta di Elisabetta Di Berardino, fondatrice della cantina La Quercia assieme a Antonio Lamona, Luca Moretti e Fabio Pedicone, la nostra piacevole chiacchierata. Il riferimento è a quando, ormai venti anni fa, un gruppo di amici e colleghi decise di unire le proprie forze per realizzare il sogno di avviare un’attività di produzione vinicola. “All’epoca, poiché giovani, dal punto di vista finanziario era un po’ complesso – ricorda Elisabetta – eravamo già colleghi di lavoro e quindi abituati a relazionarci tra di noi, ognuno con le competenze del proprio settore. A distanza di quasi due decenni posso affermare che ora il consumatore è un po’ più informato e attento rispetto a prima, per cui la qualità, anche se a rilento, paga. Ci vuole più tempo, ma sicuramente da i suoi frutti. Il vino abruzzese è cresciuto tanto, anche perché a livello di ricerca è andato molto avanti. Quello della nostra regione, venti, venticinque anni fa, era molto difficile da bere, specialmente il montepulciano, vino difficile non per tutti. Col tempo si è capito dove puntare, quindi lasciare la giusta struttura che, però, deve essere affinata al punto da renderlo bevibile. Ricordo il gli inizi degli anni Novanta, anno della svolta per il Montepulciano, che da vino da taglio quale era ha cominciato a essere un vino da portare in bottiglia per farlo apprezzare a un pubblico molto vasto. C’è stata una vera inversione”. Prima di salutarci ci svela che l’azienda è ha acquistato un altro mezzo ettaro di montonico a Bisenti, zona d’origine di questo raro vitigno autoctono. “Abbiamo fatto affinare del montonico ad alta quota a Campo Imperatore, da ottobre fino a maggio. Ancora non lo riprendiamo, però, quindi ancora non abbiamo avuto la possibilità di testarlo e vedere a quali modifiche è andato incontro”. Non resta che attendere fiduciosi.
Nestore Bosco
65010, Nocciano (Pescara)
C. da Casali, 147
Tel. 085847345
www.nestorebosco.com
Ettari vitati: 65.00
Produzione annuale: 600.000
Biologico: si
Cantina visitabile: si
Ristorante o camere: no
“Col nobile lavoro realizzate i vostri sogni, con il lavoro intelligente si costruisce, si modella, si plasma quell’agiatezza che tutti auspichiamo ma di cui pochi, dico pochi, sono disposti a sopportare l’onore del sacrificio. L’amore reciproco è garanzia del nucleo famigliare, la comprensione lo suggella”. In queste parole, vero e proprio testamento spirituale del Cav. Nestore Bosco è racchiusa la storia dell’azienda agricola abruzzese nata sul finire dell’800 nella contrada Casali di Nocciano in provincia di Pescara. Concezione che meglio di tutte descrive il profondo legame che intercorre tra l’Abruzzo e i suoi abitanti. L’amore per la propria terra, la generosità e l’umiltà di un popolo si riflettono nei colori, nei profumi e nei sapori di una cultura vinicola ormai centenaria. La tenacia nel voler approfondire e rinnovare questa arte millenaria, la determinazione nel ricercare un gusto delicato ma classico, lo contraddistinguono all’interno del panorama regionale. Con una storia che ha preso il via sul finire dell’800, la cantina di Nestore Bosco è tra le più antiche in Abruzzo. Più di un secolo di passione racchiuso in una produzione annuale di seicentomila bottiglie, testimonianza esplicita di come l’azienda abbia saputo sviluppare una propria linea imprenditoriale, pur restando fedele alle sue origini. Come ci spiega Giovanna Colecchia, “la nostra realizzazione vinicola si rifà molto a come lavoravano mio nonno e il mio bisnonno. La maggioranza dei vini Bosco matura in botti grandi, mentre la barrique è arrivata successivamente e solo in minima parte. Tra le nostre tradizioni, veri e propri retaggi, è rimasta quella di condurre il montepulciano a un lungo affinamento in bottiglia”. Tra i punti di forza dell’azienda c’è sicuramente la capacità di saper bilanciare la tradizione agricola con l’innovazione tecnologica, cercando di andare sempre incontro alle esigenze del mercato senza, però, forzare troppo la mano. “In questi decenni il vino abruzzese è cresciuto moltissimo, da un punto di vista qualitativo. Si sta facendo apprezzare all’estero non solo per il rapporto qualità prezzo”. Ma, per far si che questo prodotta possa affermarsi definitivamente sul mercato italiano, Colecchia ha le idee ben chiare: “per il riconoscimento del nostro vino è da mettere in atto la tutela della denominazione facendolo imbottigliare solo ed esclusivamente tra i nostri confini. Anche se è più facile a dirsi che a farsi. Inoltre, si rende necessaria una politica dei prezzi ben strutturata. Non lo si può considerare e vendere come un vino da quotidiano e basta. Bisogna pensare in grande, a valorizzarlo maggiormente”.
Buccicatino
66010, Vacri (Chieti)
C.da Sterpara, 33
Tel. 0871720004
www.buccicatino.it
Ettari vitati: 20.00
Produzione annua: 150.000/200.000
Biologico: si
Cantina visitabile: si
Ristorante o camere: no
Un’azienda recente, quella fondata da Umberto Buccicatino all’inizio degli anni ’90. Ubicata sulle colline teatine, in contrada Sterpara, tra Vacri e Bucchianico, il viticoltore abruzzese ha esteso la propria attività sui circa 20 ettari a disposizione dell’omonima impresa. Qui, grazie a un lavoro di dedizione e prospettiva, vengono coltivate e lavorate le vigne con le quali viene prodotto il cerasuolo, il montepulciano e il trebbiano, simboli del vino abruzzese adatti a tutte le stagioni e ai gusti più disparati. I vigneti, posizionati sopra terreni argillosi e ciottolosi, sono illuminati e riscaldati dal sole che sorge sui paesaggi teatini. La raccolta delle uve viene fatta a mano, come nelle più antiche delle tradizioni contadine. La capacità di fondere il passato con il presente, però, è punto fermo della politica aziendale di Buccicatino, sempre più orientata verso la ricerca di gusti sopraffini mediante l’utilizzo delle più recenti ed ecosostenibili tecnologie. Un approccio diretto, a stretto contatto con il consumatore che, spesso, viene trattato come un amico. Questo è l’elemento differenziante che contraddistingue Umberto Buccicatino, titolare dell’omonima azienda che, fondata nel 1993, negli anni è cresciuta in maniera continuativa fino ad arrivare a una produzione di circa duecentomila bottiglie all’anno. E il bello deve ancora venire con la messa in funzione a pieno regime della nuova cantina! E chissà che ciò non sia frutto anche del carattere genuino e della disponibilità sopra descritta. A rivendicarlo è Ilaria Buccicatino la quale, con orgoglio, afferma: “rispetto agli inizi abbiamo triplicato la produzione. Il titolare ha sempre girato personalmente tra i clienti e partecipato attivamente alle fiere per far conoscere ciò che egli stesso produce. Nostro obiettivo, infatti, è quello di lasciare un bel ricordo attraverso dei sapori che, una volta assaggiati, possano regalare nel tempo un bel ricordo”. Negli anni in cui la tecnologia si sta ritagliando uno spazio sempre più importante, l’azienda Buccicatino conserva ancora l’antica tradizione della raccolta a mano delle uve, con relativa selezione. Tra le novità, presentate nel corso dell’ultimo Vinitaly, le prime bollicine dell’azienda: il 19.58, spumante con metodo classico brut. Anche in questo si vede la voglia di guardare avanti, a nuove sfide, per costruire un futuro sempre più roseo.
Cantina Tollo
66010 Tollo (Chieti)
via Garibaldi, 69
Tel. 087196251
www.cantinatollo.it
Ettari vitati: 3.000
Produzione annua: 13.000.000 bottiglie
Biologico: si
Cantina visitabile: si
Ristorante o cantina: no
Grazie alla produzione di quasi tredici milioni di bottiglie annue, la cantina Tollo, azienda vinicola proveniente dall’omonimo paese in provincia di Chieti, è tra le più proficue in Abruzzo. Numeri, questi, che ne hanno determinato l’affermazione in tutta Italia, grazie a una capillare distribuzione. Per i vigneti a pergola, esclusivamente autoctoni del territorio, che si estendono sui circa tremila ettari a disposizione, il clima tipicamente mediterraneo è il più prezioso tra gli alleati. Le uve che vengono piantate, curate e lavorate godono, infatti, di quelle escursioni termiche essenziali per accumulare le principali sostanze aromatiche nei grappoli. In occasione del recente Vinitaly, Tonino Verna, presidente della Cantina Tollo, ha illustrato la nuova linea di vini denominata “Vigneto avanzato”, progetto che fa della sostenibilità sociale, ambientale ed economica i suoi punti di forza. Scopo dello stesso è quello di calcolare la retribuzione per i soci viticoltori in base agli ettari lavorati e non, invece, ai quintali prodotti. Qualità, redditività e merito, questo è il credo dell’azienda teatina. Abbiamo sentito il presidente Tonino Verna per fare il punto della situazione circa i progetti più recenti dell’azienda, a iniziare dal progetto “Vigneto avanzato”. “Nasce dalla volontà di sostenere in maniera concreta la cultura della qualità enologica e supportare sul versante della redditività i soci della Cantina, i veri ‘custodi’ della terra. Possiamo definirlo un progetto di sostenibilità a 360°: ambientale, perché prevede uno specifico protocollo di qualità per la gestione dei vigneti che permette di ottenere il controllo di tutte le fasi produttive e un maggiore resa qualitativa; sociale ed economica, perché basato su una equa retribuzione dei soci viticoltori calcolata in rapporto agli ettari lavorati e non ai quintali prodotti. Una volontà tenace che è diventata un obiettivo raggiunto grazie al lavoro delle persone e delle professionalità che animano Cantina Tollo e che oggi permettono ai nostri vini di arrivare non solo in tutta Italia, ma anche in Europa, Giappone, Stati Uniti, Canada, Russia, India e Cina. Circa i nuovi progetti alle porte, il presidente afferma che la vera sfida è quella culturale: “continueremo a investire in qualità e sostenibilità con l’obiettivo di condividere con i consumatori il nostro impegno in vigna e in cantina per un consumo che sia davvero consapevole, responsabile ed etico. In quest’ottica, lavoreremo alla valorizzazione della nuova linea “Vigneto Avanzato” e delle ultime referenze lanciate sul mercato (Abruzzo Dop Pecorino, Abruzzo Rosè Spumante Dop e Pinot Nero Rosato Igp Colline Pescaresi) che segnano un ulteriore traguardo sul versante della ricerca enologica di Cantina Tollo. Ampio spazio poi anche alla promozione dei vini biologici, comparto che per noi rappresenta un motivo di orgoglio proprio in virtù del fatto di essere, numeri alla mano, tra le prime realtà vitivinicole italiane a condividere con i propri consumatori questa attenzione, puntando su prodotti in grado di coniugare qualità, cultura del vino e una visione ambientale consapevole”.
Ciccio Zaccagnini
65020, Bolognano (Pescara)
C.da Pozzo
Tel. 0858880195
www.cantinazaccagnini.it
Ettari vitati: 300.00
Produzione annua: 3.000.000 bottiglie
Biologico: si
Cantina visitabile: si
Ristorante o camere: no
Grazie all’ingente produzione annuale di oltre tre milioni di bottiglie, la Cantina Zaccagnini ha esteso il proprio brand oltre i confini abruzzesi. Complice una spiccata dote imprenditoriale, infatti, l’azienda fondata a Bolognano (Pescara) nel 1978 esporta i suoi vini in Europa, America e Asia ma anche in Australia e Sudafrica. Sono 45, in totale, i paesi che sulle loro tavole esibiscono i prodotti provenienti dalla provincia pescarese che, incastonata tra eremi divenuti patrimonio dell’Unesco e luoghi di culto millenari, si apre a paesaggi mozzafiato. Vino icona dell’impresa è il Montepulciano col tralcetto, dove tralci di vite vengono ogni anno annodati a mano sul collo di migliaia di bottiglie, uno dei rossi italiani più venduti negli U.S.A. ma anche uno di quelli che ogni abruzzese conosce. Per Marcello Zaccagnini il vino è una forma d’arte, al pari della musica, altra sua grande passione, e dei quadri che, con orgoglio, esibisce tra i vigneti e la cantina. Le competenze vinicole sviluppate nel corso di quaranta anni di carriera si fondono con oculate scelte di marketing che, mediante eventi sempre più ricercati, fanno sì che Zaccagnini possa essere annoverato ormai da anni tra i principali produttori privati in Abruzzo. L’enologo storico della cantina, Concezio Marulli, ci racconta: “Progetti e idee ce ne sono diversi: conquistare nuovi mercati, consolidare il mercato italiano, molto ampio. Adesso stiamo puntanto molto sulla DOCG nella sottozona Casauria, che conta 50.00 ettari. Dovrebbe essere il punto diriferimento per il turismo e per la qualità della nostra area. Zona particolare per via della ventilazione che c’è tutto l’anno e crea clima favorevole sia per vino che per le olive. Una zona su cui credo molto, ad altri insieme a me, e che va assolutamente valorizzata. A partire dall’imposizione del prezzo sulla bottiglia che verrà scelto dai produttori. Da qui bisogna ripartire. Nel nome del vino lasceremo solamente il nome Casauria Docg, affinchè venga individuata la zona di provenienza. Siamo una delle regioni che più ha potenziale in Italia secondo me: abbiamo produzione, rapporto qualità prezzo, ci sono aziende importanti e tanti piccoli che lavorano bene. Con una buona promozione e facendo conoscere bene il prodotto al mercato possiamo non dobbiamo temere nessuno.