Pescina. Si è tenuta oggi la prima delle due giornate del meeting nazionale di Centro Democratico: due giorni di dibattiti politici nella cittadina siloniana alla presenza, tra gli altri, della presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, e del ministro della Giustizia, Andrea Orlando (che interverrà domenica alle 17 sul tema “Giustizia, legge elettorale e Costituzione”). Il meeting nazionale di Centro Democratico è stato organizzato dal partito nazionale guidato da Bruno Tabacci e dal Centro Democratico Abruzzo, formazione politica che fa riferimento ad Angelo Di Paolo (coordinatore regionale) e all’avvocato Maurizio Di Nicola (capogruppo di Centro Democratico in Regione Abruzzo, consigliere regionale e presidente della I commissione bilancio, affari generali e istituzionali) che relazionerà, domenica alle 15, sull’attività svolta in questi due anni e mezzo di governo regionale dal gruppo Centro Democratico in Abruzzo. A fare gli onori di casa, oltre al consigliere Di Nicola – pescinese doc – anche il sindaco della cittadina mazzariniana, Stefano Iulianella. Un grande momento di discussione con importanti membri delle istituzioni, nel quale poter porre l’attenzione sui temi relativi all’Abruzzo e alle aree interne. Location dell’evento culturale la meravigliosa cornice del teatro San Francesco, nel borgo storico di Pescina. Per gli ospiti l’opportunità di ammirare le bellezze dell’Abruzzo interno e della città di Pescina, con la possibilità di fare turismo culturale (visita al centro studi e museo di Ignazio Silone e alla casa museo del cardinale Mazzarino) e turismo naturalistico (con itinerari che portano fino al parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise). Tanti i dibattiti politici e gli approfondimenti culturali su tematiche di rilevanza nazionale e locale, seguendo un filo conduttore che sarà il tema del meeting “Proponiamo il domani”. La presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, è intervenuta sulle iniziative parlamentari sul tema della violenza sulle donne: “Mi fa piacere vedere in sala una grande rappresentanza maschile, perché gli uomini sono parte attiva nella difficile battaglia per ridurre e, si spera, eliminare l’odiosissimo fenomeno della violenza sulle donne. Attraverso il mio prestigioso incarico porterò avanti la mia battaglia di civiltà, non solo attraverso lo strumento della legiferazione contro la violenza sulle donne, spesso malmenate e massacrate e per questo bisognose di cure mediche, psicologiche e legali. La violenza sulle donne è un fatto pubblico, immorale, eticamente inaccettabile. Un fatto pubblico che ha un pesante costo sociale. Non bastano i decreti legge contro il femminicidio o le convenzioni internazionali sullo scottante e preoccupante fenomeno. Bisogna cambiare la mentalità, anche e soprattutto attraverso una proficua campagna di sensibilizzazione. Ogni uomo deve stigmatizzare la violenza. Gli uomini onesti devono rifiutare, ripudiare e isolare gli uomini violenti. Invece a vergognarsi delle violenze subite e patite, quasi sempre, sono le donne. Purtroppo. La nostra è una battaglia culturale: fin da bambini bisogna insegnare ai figli il rispetto, perché la società non si basa sulla sopraffazione ma sul rispetto, abbandonando l’idea che una donna sia un oggetto da disporre a proprio piacimento. Retaggio culturale millenario. Bisogna prendere atto che in natura esistono due generi: il maschile e il femminile. Anche il linguaggio dimostra le strutture di potere, per questo motivo non si deve rifiutare di declinare al femminile”. E’, giustamente, un fiume in piena la presidente Boldrini che conclude il suo appassionato e didascalico intervento sottolineando l’importanza del fondo nazionale per i bambini che restano orfani di un genitore (dopo l’omicidio da parte dell’altro genitore) e che spesso rimangono orfani di entrambi i genitori (nei casi di omicidio-suicidio dei genitori). “Infine”, ha dichiarato Boldrini, “è necessario il piano per l’occupazione femminile, stimolando e promuovendo le politiche per le occupazioni femminili con importanti ricadute economiche per l’intero sitema italiano”. In chiusura della prima giornata così il presidente di Centro Democratico, Bruno Tabacci: “La nostra è una colpevole e responsabile assuefazione all’imbarbarimento e alla recrudescenza del linguaggio, anche televisivo e multimediale. Oggi non si studia più, la sana scala valoriale va perdendosi perché viviamo nella società dell’immagine e del materialismo”.