L’involgarimento delle esperienze umane più elevate, ridotte a beni di consumo, ha defraudato l’uomo della sua interiorità, menomandolo perfino delle sue funzioni e dei suoi sensi. Soggetto senza più memoria né sguardo sul futuro, abbisogna di nuovi orizzonti. Tra la mano che sparge semi e la bocca che gusta sapori è necessario uno sguardo che non si limiti all’osservazione, ma si apra al sogno. Così sono queste “meditazioni bandite” di don Aldo Antonelli, parroco emerito, appassionato della Parola, vissuta e annunciata nella storia, che ci invita a seguire il suggerimento di George Bernard Shaw: «Alcuni uomini vedono le cose così come sono, e si chiedono: perché? Io sogno le cose come non sono mai state e dico: perché no?»
Già parroco ad Antrosano (Aq) presso la parrocchia Santa Croce, attualmente in pensione e Coordinatore di Libera per la Provincia dell’Aquila, Antonelli è stato spesso segno di contraddizione all’interno della Chiesa cattolica. Come quando, nel 1974 fu tra i preti che si esposero esplicitamente a favore del “No” nel referendum abrogativo del divorzio; o quando, nel 1976 prese esplicita posizione contro il Concordato tra Stato e Chiesa (erano i tempi in cui si era avviato un ampio dibattito tra le forze parlamentari e nel Paese sul tema, che sfociò poi nella controversa revisione del 1984). Ma anche quando, nel 2003, si schierò contro la Guerra in Iraq; o pochi anni dopo, quando denunciò nel suo libro dal titolo La Chiesa del Silenzio il servilismo interessato di una Chiesa foraggiata dal governo di Berlusconi. Fino agli anni recenti, con le sue posizioni -scomode- sulle unioni omosessuali, la fecondazione assistita, il fine-vita, unite alla critica sistematica verso le nuove forme che il potere finanziario, politico e religioso sta oggi assumendo. http://www.adista.it/articolo/58550