Avezzano. Scatta il maxi processo bis per le famiglie rom di Avezzano. I beni, oltre cinque milioni di euro, sono stati sewquestrati dal tribunale dell’Aquila per la seconda volta con un provvedimento d’urgenza. Si tratta del patrimonio immobiliare e finanziario delle famiglie avezzanesi Morelli e De Silva. Lo scopo, secondo l’accusa, è quello di aggredire l’accumulo di proventi derivanti da presunte attività illecite della criminalità marsicana. E’ stata avanzata da parte dei rom una richiesta di ricusazione nei confronti del giudice dell’Aquila che ha adottato il provvedimento, Giuseppe Romano Gargarella. Il decreto di sequestro urgente infatti arriva subito dopo il dissequestro di tutti i beni, avvenuto il 2 dicembre. Dal primo sequestro erano infatti passati 18 mesi e quindi i beni erano stati tutti restituiti. L’udienza di convalida dei sequestri è stata fissata per lunedì 30 dicembre. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Roberto Verdecchia, Vicenzo Retico e Saverio Fortuna secondo cui “non è possibile a distanza di un considerevole periodo di tempo, iniziare un nuovo procedimento di prevenzione reale sugli stessi beni e da parte dello stesso giudice”. Inoltre per quattro componenti delle due famiglie Rom è stata revocata la misura di prevenzione personale e per altri due è stata ridotta. Le fiamme gialle, come riportato dal Centro, hanno sequestrato il patrimonio immobiliare e finanziario delle famiglie dopo gli arresti dei mesi scorsi per usura, estorsione, droga e ricettazione.
Nel corso dell’operazione “Delizia”, portata termine ad aprile dello scorso anno coinvolgendo dieci componenti delle due famiglie, erano stati posti sotto sequestro dalla Guardia di Finanza beni per oltre cinque milioni di euro, ritenuto patrimonio occulto dei De Silva e dei Morelli. Nel blitz erano stati impiegati, oltre ai finanzieri della compagnia di Avezzano, anche esperti dello Scico (Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) di Roma e del Gico (Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata) dell’Aquila.
I sequestri riguardano tre ville, sei appartamenti, nove appezzamenti di terreni censiti nel circondario di Avezzano, trenta tra auto e motocicli e 99 rapporti bancari tra conti correnti, libretti postali e bancari e polizze assicurative. Il provvedimento di sequestro patrimoniale, previsto dalla normativa Antimafia, era stato emesso dal giudice Giuseppe Romano Gargarella del tribunale dell’Aquila su richiesta dei Procuratori della Repubblica di Avezzano, Vincenzo Barbieri e Maurizio Maria Cerrato.