Avezzano. Condotta idrica per l’irrigazione nel Fucino che attraversa centinaia di metri di terreni privati e strade pubbliche, scatenando la rabbia di aziende, proprietari e amministrazioni. Dopo l’esposto, però, il Tribunale ha disposto la demolizione dell’intera opera. Al centro della vicenda, un’azienda campana arrivata nel Fucino qualche anno fa. Si tratta della Lago D’Oro dei fratelli D’Apice, aveva realizzato in più riprese, un impianto irriguo per portare l’acqua ai propri fondi, interrando tubi lungo centinaia di metri da San Benedetto a Collarmele, senza il consenso dei proprietari dei terreni, che si erano opposti all’istallazione della tubatura sporgendo denuncia alla Procura e ai Vigili urbani. Sulla base del rapporto redatto dal comandante dei vigili urbani Giancarlo Sociali, il dirigente del Comune di Collarmele, Iulianella, aveva emanato un’ordinanza di demolizione per opera abusiva idrica e irrigua realizzata senza le necessarie autorizzazioni e senza il consenso dei proprietari dei terreni interessati dai lavori. Il Comune di Collarmele contestava all’azienda anche l’attraversamento di una strada pubblica comunale. I proprietari dei fondi, dopo un primo provvedimento sfavorevole del Tribunale di Avezzano non si davano per vinti e incaricavano gli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia di rappresentarli nel giudizio avanti al Tar dell’Aquila, quest’ultimo interpellato dai Fr.lli D’Apice per ottenere la sospensione e l’annullamento dell’ordinanza di demolizione, sul presupposto – a loro dire – che l’opera non sarebbe soggetta ad autorizzazione perché non si tratta di rete di acqua potabile ma irrigua, in zona non urbanizzata.
Il comune di Collarmele, difeso dall’avvocato Herbert Simone, evidenziava, tra l’altro, anche l’interferenza con il tubo in cemento-amianto della vicina condotta del Consorzio di Bonifica, con conseguente necessità dell’intervento della ASL e l’affidamento dei lavori a ditta specializzata, nonché l’interferenza, molto rischiosa per la sicurezza della popolazione, con le condotte della Enel Distribuzione (elettrodotto) e della Edison (gasdotto), che attraversano la strada comunale Spineto.
In settimana è giunto il responso del Tribunale amministrativo, che nel rigettare la richiesta di annullamento dell’ordinanza di demolizione della ditta “Lago D’Oro”, afferma non condivisibili le considerazioni dell’azienda “mirate a minimizzare l’intervento sullo stato dei luoghi, da cui è scaturita la misura oggetto di impugnazione”.
Piena soddisfazione è stata espressa dai legali Herbert Simone, S. Braghini e R. Lancia per l’esito della causa; in particolare, i legali dei proprietari dei terreni sottolineano il valore riparativo della pronuncia del Tar rispetto alla lesione del diritto dei proprietari dei fondi attraversati, che il Tribunale civile non aveva sanzionato. Ora, si attende l’esito del procedimento penale.