Avezzano. Napoli, città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, nella quale da sempre convivono vitalità e disperazione, ha preso vita nella voce, nella presenza scenica e nei gesti di Toni Servillo che, al Teatro dei Marsi ha “letto” la sua Napoli, in uno degli appuntamenti di rilievo della stagione teatrale “ContemporaneMente” organizzata dal Teatro Lanciavicchio in collaborazione con il Comune di Avezzano, attraverso i molti autori, che dai primi del Novecento fino ai nostri giorni, hanno raccontato al mondo i mille volti di una città, con tutto il suo bagaglio culturale, tradizionale e dal forte impatto emozionale. Abbiamo assistito appassionati allo spettacolo di e con Toni Servillo, il quale ha presentato pagine che vanno da Salvatore Di Giacomo a Ferdinando Russo, da Eduardo De Filippo fino alla voce contemporanea di Enzo Moscato e Mimmo Borrelli, e al doveroso e conclusivo tributo a Totò con “A Livella”, con la quale si celebra la morte come strumento super partes che annulla le differenze sociali tra gli uomini. In quella sua battuta che recita ‘A morte ‘o ssaje ched”è? …è una livella‘ , il Principe Antonio De Curtis dà prova delle sue straordinarie capacità di interprete e paroliere. Accanto a poemetti ormai considerati fra i grandi classici del Novecento come “Lassame fa” di Salvatore Di Giacomo, Servillo ha dato voce “a Madonna d’e mandarinee” e “Sfogliatelle” di Ferdinando Russo. Autori noti ed emblematici per raccontare la napoletanità sempre in bilico tra la sua estrema vitalità e lo smarrimento più profondo; in una fuga dalle icone più obsolete, ma insieme ad un bisogno perentorio di non rinunciare ad una identità sedimentata da quattro secoli di letteratura. Il filo rosso che ha attraversato ed unito la splendida serata è stato il rapporto speciale, caratteristico di tanta letteratura napoletana, con la morte e con l’aldilà, il commercio intenso e frequente con le anime dei defunti, i santi del paradiso, le anime del purgatorio, gli incubi infernali, fino all’onnipotenza di Dio e alle varizioni sulla bestemmia. L’antico e contaminato segno di una lingua, sempre viva nel tempo, che amplifica il suo valore espressivo, attraverso battute, gesto, corpo, e dei suoi più autorevoli ambasciatori, in uno spettacolo coinvolgente ed emozionante offerto ad un pubblico incantato che ha regalato a Servillo una lunga standing ovation. Gianluca Rubeo