Luco dei Marsi. “Siete dei marocchini di merda, dovete parlare in italiano, la lingua straniera non la voglio sentire, qui comando io e voi ve ne dovete andare”. “Ho tutti i diritti di rimanere in questo locale pubblico e di parlare nella mia lingua madre”. Sarebbe questo il dialogo tra stranieri e italiani che ha fatto scattare alla fine la lite e l’accoltellamento con due persone finite in ospedale in gravi condizioni, di cui una in prognosi riservata. La provocazione, secondo l’accusa, sarebbe partita da uno dei tre italiani coinvolti e in particolare da Antonio Bianchi, 23 anni, di Luco. Con lui, avrebbero collaborato ad aggredire prima verbalmente e poi fisicamente Daniele Bianchi (22), il barista ferito a coltellate, e Nunzio Porcelli (21). Sempre secondo il pm Guido Cocco, a rispondere alle provocazioni sarebbe stato Darkin Dariel Figuero (19) disoccupato e domiciliato a Luco dei Marsi. Ora i tre giovani di Luco dei Marsi sono accusati di atti di violenza per motivi razziali ed etnici e di lesioni personali aggravate nei confronti di due dominicani. Invece il dominicano aggredito, difeso dall’avvocato Roberto Verdecchia e che sarà ascoltato questa mattina, dovrà rispondere di tentato omicidio per aver accoltellato il titolare del locale, Daniele Bianchi, assistito dall’avvocato Davide Baldassarre. Dopo la discussione all’interno del bar “Movida”, e secondo la ricostruzione dei carabinieri, gli stranieri si sono allontanati dal locale per ritornarvi subito dopo alla ricerca del portafoglio che uno dei due aveva perso nel corso della rissa. Alla loro vista uno dei marsicani avrebbe impugnato una mazza da baseball. I due immigrati, inseguiti da Antonio Bianchi e da altri hanno deciso di separarsi per sfuggire agli inseguitori. Uno di loro, Figuero, sarebbe stato accerchiato da sei persone. Lo straniero avrebbe così impugnato un coltello a serramanico che aveva con sé, accoltellando D.B. e fuggendo. Gli inseguitori, non ancora tutti identificati, avrebbero continuato la caccia all’accoltellatore imbattendosi però nell’altro connazionale, aggredito con la mazza da baseball affinché confessasse il nascondiglio dell’amico. Tutto ciò mentre altre persone presenti, e ancora ricercate, incitavano alla violenza. Gli ordini di custodia cautelare, al termine delle indagini, sono state emesse dal giudice del tribunale di Avezzano Maria Proia.