Avezzano. Mancano le vocazioni, suore e preti sono sempre meno: l’Opera don Orione lascia Avezzano. Un addio che sa di tristezza e di una storia che si spezza. La storia dell’Opera don Orione con Avezzano.
Un amore nato dalla solidarietà e che dal terremoto del 1915 ha accompagnato generazioni di marsicani con una presenza discreta e coinvolgente.
L’Opera Don Orione ha annunciato la decisione di ritirare la propria comunità religiosa da Avezzano. Una scelta sofferta, maturata a causa della progressiva diminuzione del numero dei religiosi e dell’impossibilità di presidiare con continuità tutti i territori in cui la Congregazione è presente.
“Noi religiosi siamo pochi e purtroppo non abbiamo più la possibilità e la capacità di essere presenti in tutte le nostre Istituzioni – ha dichiarato Don Giovanni Carollo, Direttore Provinciale della Congregazione – Molti confratelli sono ormai anziani, si sono ritirati dal ministero pastorale attivo o si ritireranno a breve. È nostra responsabilità occuparci anche di loro”.
La Congregazione orionina manterrà la cura del Santuario della Madonna del Suffragio, garantendo la presenza dei sacerdoti ogni fine settimana e nei giorni festivi. Sarà inoltre assicurata la continuità del servizio religioso agli ospiti della RSA e della casa di riposo – attualmente 75 – grazie ad alcuni sacerdoti che si alterneranno tra Avezzano e Roma.
L’Opera assicura fin da ora la prosecuzione del servizio assistenziale senza soluzione di continuità e la tutela dei livelli occupazionali. Le interlocuzioni per il passaggio di gestione verranno avviate nei prossimi mesi.
Nella giornata odierna, la decisione è stata comunicata alle istituzioni cittadine, al vescovo, alle parti sindacali, ai lavoratori e alle famiglie coinvolte.
“Il legame con Avezzano e la Marsica – ha concluso Don Carollo – è storico e profondo, e continueremo a coltivarlo nella misura in cui potremo”.
All’incontro hanno partecipato il Comitato “Amici di Don Orione”, numerose associazioni, il clero, sindaci della Marsica e rappresentanti della politica regionale, che si sono ritrovati per riflettere su una notizia che ha colpito la città: il ritiro dei sacerdoti dell’Opera orionina da Avezzano previsto per giugno 2026. Una scelta motivata dalla Congregazione con la mancanza di vocazioni, ma che la comunità locale fatica ad accettare.
In sala era presente il vescovo, mons. Giovanni Massaro, insieme a numerosi primi cittadini della Marsica. Tra gli interventi che hanno segnato la serata, quello del sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, che ha interpretato il sentimento diffuso nella popolazione: “Ho ascoltato attentamente le relazioni, ma resta il fatto che ci state dicendo che ve ne andrete. E non è una buona notizia.”
Il primo cittadino ha riconosciuto con realismo gli aspetti pratici, a partire dalla garanzia che la RSA continuerà ad operare. Ma lo sguardo, inevitabilmente, si è spostato sul valore spirituale e storico dell’opera. Perché se l’assistenza e i servizi sono importanti, il tessuto umano e pastorale costruito nei decenni lo è altrettanto.
“Il Comitato e tutte le persone che mi hanno parlato – ha proseguito Di Pangrazio – chiedono con forza che i sacerdoti rimangano. Ne abbiamo qui di capaci, solidi, volenterosi. E pensare che a giugno se ne andranno ci lascia increduli.” Parole pronunciate non solo a nome dell’amministrazione avezzanese, ma anche dei numerosi sindaci e rappresentanti regionali presenti.
Il primo cittadino, richiamando la storia comune, ha ricordato come San Luigi Orione non sia soltanto una figura religiosa, ma una parte dell’identità marsicana: “Don Orione è un’entità che rappresenta tutta la Marsica. Lo abbiamo vissuto passo dopo passo, attraverso generazioni. Qui non parliamo solo di un’opera, ma di un pezzo di storia.”
E ha aggiunto, con un richiamo diretto ai responsabili orionini: “Chiediamo un occhio di attenzione, per la Marsica, per Avezzano, per una storia che non merita di essere interrotta.”
Non è mancato, infine, un accenno al senso di appartenenza e orgoglio locale: “Siamo coraggiosi, forti, generosi, ma anche determinati nel difendere le nostre istituzioni. Non abbiamo mai chiesto un euro per la struttura. Continueremo a farlo, ma chiediamo che la vostra posizione venga rivista.”
La serata si è conclusa con un appello condiviso: far sì che la voce del territorio arrivi ai superiori della Congregazione, affinché la decisione venga riesaminata e l’eredità spirituale di Don Orione continui ad essere presenza viva e operante nel cuore di Avezzano e della Marsica.








