Avezzano. Concorso in maltrattamenti, falsità ideologica ed omissione di atti d’ufficio: sono le accuse, a vario titolo, per le 15 persone indagate nell’ambito dell’operazione “Riabilitazione invisibile” che ha portato agli arresti domiciliari per otto persone, tra educatori e assistenti disabili, dipendenti dell’Istituto riabilitativo dei Padri Trinitari di Venosa (Potenza). Le misure cautelari richieste dalla Procura della Repubblica di Potenza sono state disposte dal gip del capoluogo lucano Michela Tiziana Petrocelli ed eseguite stamani dai Carabinieri del Nas.
Nella vicenda è coinvolto Padre Angelo Cipollone, originario di Cese, frazione di Avezzano, direttore dell’Istituto medico psico-socio pedagogico “Ada Ceschin Pilone”, conosciuto in Basilicata e nelle altre regioni del Sud da cui proviene la maggior parte dei pazienti disabili come Istituto dei Padri Trinitari – il divieto di dimora a Venosa e Bernalda (Matera) è stato emesso a causa di «una condotta omissiva» rispetto a «una serie continua di maltrattamenti» che avvenivano anche negli spazi condivisi. Secondo gli investigatori, inoltre, nell’Istituto venosino c’era la «totale assenza di attività ludico-ricreative-riabilitative con completo disinteresse da parte del personale dipendente», limitandosi «a una mera guardiania».
A difesa dell’operato della struttura è scesa in campo l’Associazione dei genitori dei disabili ricoverati. «Il presentare in modo scandalistico dovute azioni di contenimento, poste in essere con responsabilità e tatto verso ragazzi ospiti dell’Istituto di Venosa, a salvaguardia e tutela della propria e altrui salute, è atto di irresponsabilità e deliberato sabotaggio, posto in essere con finalità altre», si legge in una nota. «Azioni ritorsive, azioni ricattatorie – è sottolineato nel comunicato – non possono essere usate per annientare o infangare la gloriosa storia di assistenza e di servizio resi dall’Istituto, struttura sanitaria di eccellenza, in oltre cinquant’anni da operatori generosi, sensibili e con alta professionalità». Al direttore, padre Angelo Cipollone, «che ha donato – hanno evidenziato i rappresentanti dell’Associazione dei genitori – la sua vita per la salute di tanti nostri figli, tutti indistintamente amati, curati e serviti come figli suoi, la nostra solidarietà e la nostra stima, unitamente ai medici, agli educatori e agli assistenti, da noi tutti profondamente apprezzati».